Troppe leggi e troppe tangenti
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Antitrust/Le indicazioni per la legge sulla concorrenza (appalti in primis)

di Mila Onder
ROMA. La legge per la concorrenza non è ancora arrivata sul tavolo del consiglio dei ministri, ma con il lavoro del governo ancora in corso e l’obiettivo indicato da Mario Draghi di approvarlo entro ottobre, l’Antitrust traccia alcune delle priorità per liberare il Paese dai “lacci e lacciuoli” che ancora lo soffocano. La dicitura è antica, prima dell’attuale presidente dell’Autorità, Roberto Rustichelli, molti l’hanno già utilizzate per descrivere lo stato di restrizione in cui versa l’economia italiana. Ma negli anni la situazione è evidentemente poco cambiata e ora la fiducia è riposta tutta nella riforma annunciata dall’esecutivo Draghi per portare a casa gli obiettivi di crescita e sviluppo del Pnrr. Attenzione però, avverte Rustichelli. Il Piano potrebbe essere messo a rischio da alcuni dei peggiori difetti del Paese. L’eccesso normativo da una parte e la corruzione dall’altra. Per questo, dopo le indicazioni già arrivate nella segnalazione inviata al governo a marzo scorso (e in parte già assorbite nelle bozze del ddl circolate finora), la parola d’ordine se si vuole dare una spinta al tessuto produttivo italiano deve essere oggi più che mai semplificare. “Le incognite sull’attuazione del Piano - ha spiegato Rustichelli nella sua relazione annuale - sono molte, a partire da un quadro normativo ipertrofico che fa da freno agli investimenti”. Il rischio è che le risorse in arrivo “non riescano a tradursi tempestivamente in opere pubbliche”. D’altra parte, la corruzione continua ad essere un fenomeno radicato che va combattuto con forza, perché rischia di compromettere la nuova fase di sviluppo. Non a caso, il 74% dei procedimenti in materia di corruzione riguarda proprio il settore degli appalti pubblici, in particolar modo le procedure di gara (82%) più che gli affidamenti diretti (18%). Da qui la necessità urgente di rivedere il Codice degli appalti che, pur essendo stato modificato più e più volte, “non solo non è stato in grado di contribuire a ridurre gli illeciti, ma rischia, con le sue farraginosità e complicazioni, di ostacolare il conseguimento degli ambiziosi obiettivi assegnati al nostro Paese”. Quello che serve sono poche regole, “chiare e proporzionate”, in modo da velocizzare le procedure e non dare allo stesso tempo appigli all’illegalità. La revisione del Codice, parzialmente iniziata con il decreto semplificazioni, rientra tra le stesse riforme del Pnrr ma, anche in questo caso, le problematiche non mancano e riguardano soprattutto la tempistica delle possibili novità. Il pericolo, come ha spiegato il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, è che, nonostante la proposta di riforma sia stata inviata al Parlamento con sei mesi di anticipo rispetto ai tempi del Piano, i cambiamenti non arrivino prima della fine del 2022, provocando nelle stazioni appaltanti una reazione di blocco di fronte alle novità. Il tutto proprio poco prima del “massimo sforzo, perché tutti i fondi del Pnrr - ha spiegato - vanno impegnati entro il 2023”. Con uno sguardo più internazionale l’Antitrust invita inoltre a fare di più sulla global minimum tax che, di fronte ai veri e propri paradisi fiscali nati anche all’interno dell’Unione europea, potrebbe non bastare ad abbattere la concorrenza sleale tra Stati. Su base tutta italiana, invece, è alla cooperazione con le imprese che Rustichelli guarda come metodo per tutelare i consumatori: da gennaio 2019 a luglio 2021 grazie agli impegni presi dalle aziende finite sotto il faro dell’Autorità sono stati ristorati 580.000 utenti, per un totale di 34 milioni di euro.
Comments