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Trump “bloccato” sull’Iran

WASHINGTON/I DEMOCRATICI VOTANO MISURE PER LIMITARE LE AZIONI MILITARI



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WASHINGTON. I dem continuano a fare la guerra a Donald Trump. Non solo con l’impeachment, il cui processo è proseguito al Senato con il braccio di ferro sui testimoni, ma anche votando un paio di misure per limitare la capacità del presidente di intraprendere azioni militari contro Teheran senza l’autorizzazione del Congresso, dopo l’uccisione in Iraq del generale iraniano Qassem Soleimani. Il tycoon, come sempre, ha contrattaccato su Twitter: “I democratici vogliono rendere più difficile per i presidenti difendere l’America e fronteggiare, per esempio, l’Iran. Proteggete il nostro grande Paese”. Una delle misure al voto ieri vieta l’uso di fondi militari per attacchi all’Iran senza l’ok di Capitol Hill: “L’ultima cosa che possiamo fare è dare al Pentagono un assegno in bianco. L’unica volta che il Pentagono ascolta è quando esercitiamo il nostro potere di spesa”, ha spiegato la deputata Ro Khanna, che ha presentato il provvedimento. L’altro cancellerebbe l’autorizzazione del 2002 per l’uso della forza militare in Iraq, che secondo i dem è stato usato ingiustificatamente per coprire l’escalation delle ostilità con Teheran, compresa l’eliminazione di Soleimani. Il voto arriva dopo che la Camera ha già approvato all’inizio del mese in modo bipartisan una risoluzione che riduce i poteri di Trump di promuovere azioni militari contro l’Iran senza l’ok del Congresso. Il Senato dovrebbe esaminare una risoluzione analoga ma la Casa Bianca ha già minacciato il veto su entrambe le iniziative.

In ogni caso i tempi appaiono incerti a causa del processo di impeachment, entrato nella seconda ed ultima giornata dedicata alle domande dei senatori ad accusa e difesa.

Finora ha suscitato scalpore la tesi di Alan Dershowitz, famoso avvocato di punta del dream team difensivo di Trump. Il legale ha sostenuto che qualsiasi azione intrapresa dal presidente per aiutare la sua rielezione è, per sua definizione, nell’interesse pubblico e quindi non “impeachable”. Compreso congelare gli aiuti militari a Kiev subordinandoli all’apertura di un’inchiesta sul suo rivale nelle elezioni presidenziali Joe Biden. “Ciò significa dare carta bianca ad un presidente anche quando truffa nelle elezioni”, ha replicato Adam Schiff, che guida il team dell’accusa. “Questa tesi sembra arrivare dritta dalla Corea del nord, non da Pennsylvania Avenue”, ha ironizzato la senatore dem Tammy Duckworth riferendosi all’indirizzo della Casa Bianca. “Se Trump uccidesse il suo avversario nelle elezioni, Joe Biden o chiunque altro, la sua difesa direbbe che ‘è nell’interesse generale che Biden non sia eletto, dunque non deve essere messo in stato d’accusa”, gli ha fatto eco il giurista Neal Katyal. “Game over”, ha twittato il tycoon postando una foto di John Bolton. Ma solo oggi si saprà se i dem resteranno compatti e avranno convinto almeno altri quattro senatori repubblicani a votare per la testimonianza dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale, che potrebbe cambiare le sorti del processo. In caso di parità (50 a 50), Schiff si e’ detto pronto a chiedere il voto determinante del capo della corte suprema John Roberts, che presiede il dibattimento.

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