Tulsa si fa: la Cortedà l’assensoal comizio
- direzione167
- 5 giu 2022
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PRESIDENZIALI 2020/OGGI LA KERMESSE DI TRUMP IN OKLAHOMA

WASHINGTON. Donald Trump avrà il suo bagno di folla. La corte suprema dell'Oklahoma ha respinto il ricorso per bloccare il suo comizio oggi a Tulsa. L'istanza era stata presentata per il timore la kermesse potesse rappresentare un pericolo per la salute pubblica a causa del coronavirus. LaCortehamotivato la sua decisione riacendosi al piano statale per la riapertura dell'economia definito "permissivo, evocativo e discrezionale" e, soprattutto, privo di "qualsiasi linguaggio tassativo". Una buona notizia per il presidente che ha dovuto affrontare una nuova giornata difficile, dopo quelle dei giorni precedenti a causa della bocciatura del piano di ripatrio per i Dreamer e le accuse velenose del suo ex consigliere John Bolton, e questo a causa di un nuovo video da lui pubblicato e dopo censurato da Twitter. Un’ennesima bocciatura social poco dopo che Facebook per la prima volta ha rimosso uno spot della sua campagna elettorale perché conteneva simboli nazisti e di istigazione all'odio. Donald Trump appare sempre più sotto assedio in vista del comizio di oggi ad alta tensione post pandemia, tra coprifuoco, minacce di pugno duro contro i contestatori nella città con più casi in Oklahoma. Dicevamo Twitter. L'ultima sberla che ha etichettato come 'manipulated media' un tweet in cui il tycoon ha postato una versione taroccata di un video della Cnn molto popolare sui social, virale fin dal 2019: quello di due bimbi, uno bianco e uno afroamericano, che si corrono incontro e alla fine si abbracciano in strada. La versione pubblicata da Trump mostra solo il momento successivo, quando sembra che il primo insegua il secondo, sotto la scritta "bambino terrorizzato scappa da un bambino razzista". Solo dopo fa vedere le immagini originali con l'abbraccio, ammonendo 'Non è l'America il problema. Lo sono le fake news'. Un incidente imbarazzante dopo la gaffe con cui si era vantato di aver reso "molto famoso" il Juneteenth - la commemorazione annuale della fine della schiavitù in Usa - per aver fissato il comizio di Tulsa in coincidenza di questo anniversario, salvo poi rinviarlo per le critiche dei leader afroamericani. Pur non essendo una festa federale, è stata celebrata ieri da migliaia di persone in 47 Stati su 50, con la bandiera del Juneteenth issata in molti municipi e una giornata libera pagata ai dipendenti da molte aziende, come Twitter, Nike e Uber. Tutta l'attenzione di Trump ora è concentrata sul suo comizio in Oklahoma, che spera lo faccia decollare nuovamente nei sondaggi. L'arena del Bok Center può ospitare sino a 19 mila posti ma sono attese almeno 100 mila persone in città. "Grandi folle e code si stanno già formando a Tulsa. La mia campagna non è ancora cominciata. Comincia sabato sera in Oklahoma!", ha twittato, dopo aver ammesso che una "piccola percentuale" di partecipanti potrebbe contagiarsi. Ma la sua campagna farà firmare una liberatoria contro eventuali cause e si limiterà ad offrire mascherine, igienizzanti per le mani, controllo della temperatura e disinfezioni. Trump ha lanciato inoltre un avvertimento minaccioso, ammonendo che "qualunqu dimostrante, anarchico, agitatore, saccheggiatore o farabutto stia andando in Oklahoma non sarà trattato come è stato a New York, Seattle o Minneapolis. Sarà una scena molto diversa!". Il sindaco repubblicano di Tulsa, George Theron Bynum, ha annunciato un coprifuoco notturno (22-6) sino a oggi, dopo che la polizia lo ha informato sul previsto arrivo di "individui di gruppi organizzati già coinvolti in comportamenti violenti in altri Stati per causare disordini". L'ira di Trump si sfoga anche contro la 'sua' Fox per un sondaggio dove appare in caduta libera, indietro di ben 12 punti su Joe Biden (50% a 38%), che secondo la Cnn potrebbe ottenere addirittura oltre 400 voti del collegio elettorale: sarebbe la vittoria più grande dai tempi di Bill Clinton nel '96. L'ex vice di Obama intanto sembra sempre più deciso a scegliere una vice afro- americana, come gli ha chiesto anche la senatrice Amy Klobuchar chiamandosi fuori dalla rosa. "Serve a guarire la nazione dalla ferita dell'iniquità razziale", ha spiegato l'ex candidata presidenziale, che comunque sembrava già fuori gara per il suo passato da procuratrice del Minnesota clemente verso gli abusi della polizia sugli afroamericani.
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