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- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
AMMORTIZZATORI SOCIALI/LA RIFORMA DEL NUOVO SISTEMA DOVREBBE GARANTIRE UN PARACADUTE AI LAVORATORI DIPENDENTI
di Marianna Berti

ROMA. Un nuovo sistema di ammortizzatori sociali che garantisca un paracadute anche ai lavoratori dipendenti delle aziende più piccole. "Nessuno escluso", è il principio guida della riforma che la ministra Nunzia Catalfo vuole portare a casa in "tempi stretti". Dopo le polemiche sui ritardi nei pagamenti, autorizzati a milioni di persone causa Covid, "limiti" e "fragilità" dell'assetto attuale sono diventati eclatanti. Per il Governo agire è indispensabile. Il restyling era nell'aria. Lo stesso premier Giuseppe Conte aveva annunciato il progetto. Ora la ministra Catalfo indica i primi punti fermi, parlando di un "meccanismo assicurativo", che funziona a contribuzione, a copertura del lavoro subordinato. A tracciare il cambio di passo anche una commissione ad hoc, fatta di cinque esperti, tutti docenti universitari. Quattro professori in diritto del lavoro e un economista specializzato in innovazione. L'idea è di rendere meno "passivo", ovvero assistenziale il welfare, collegandolo alle politiche "attive", di formazione e ricollocazione. Un doppio binario che porterebbe a garantire i lavoratori non solo da interruzioni temporanee della produzione ma anche da "transizioni occupazionali". Così da evitare, suggerisce Catalfo, "il più possibile la disoccupazione e il successivo passaggio per lunghi periodi in Naspi", l'indennità che vale in questi casi. I sindacati non criticano l'istituzione di un pool di prof, che ritengono cosa anche "positiva", ma tornano a chiedere quella convocazione che aspettano dagli Stati Generali. Catalfo rassicura, preannunciando "il confronto con le parti sociali" la prossima settimana. Ci sono più step da compiere e diversi gradi di priorità, il loro ragionamento del sindacato. E l'urgenza adesso spetterebbe - Cgil, Cisl e Uil sono concordi su questo - nel prorogare gli ammortizzatori sociali esistenti fino a tutto il 2020. Altrettanto rivendicano per il blocco dei licenziamenti e per la sospensione della causali sui contratti a tempo. Ci sono "alcuni settori, come quelli delle mense scolastiche o aziendali, che hanno già esauriti" gli ammortizzatori, incalza Tania Scacchetti della Cgil. Per la Uil ci sono 800 mila persone che ancora aspettano le mensilità arretrate di Cig: "300-400 mila l'attendono dall'Inps e altri 400 mila dal fondo artigiani", spiega Ivana Veronese. Dalla Cisl Luigi Sbarra in- siste sulla necessità di "un metodo di lavoro partecipato". Di "necessaria concertazione" parla anche il presidente del Cnel, Tiziano Treu. Quello che Catafo riconosce essere un disegno "am- bizioso" tende "all'universalismo", ovvero a salvaguardare l'intera platea, anche se al momento il ministero si riferisce a un universo preciso, per quanto ampio: quello dei dipendenti. E qui arriva la prima osservazione, a porla la vice capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Gribaudo, secondo cui "dobbiamo garantire anche gli autonomi e i precari atipici". Comunque già dire che l'assicurazione vale per tutte le realtà con addetti significa includere una fetta larghissima, quella di aziende sotto i 5 dipendenti. Milioni di lavoratori che oggi sono salvaguardati dalla cassa in deroga scattata per tutti a seguito dell'emergenza Covid. Essendo un intervento straordinario il finanziamento ricade sulla fiscalità generale ma se il meccanismo è assicurativo si passerebbe a un'aliquota. Le misure 'tampone’ che dovrebbero traghettare al nuovo sistema sono attese invece nel prossimo decreto, da varare dopo lo scostamento di bilancio, il terzo. Le proroghe sullo stop alle licenziamenti e sulla cig potrebbero anche allinearsi al timing dello stato d'emergenza. Il pacchetto lavoro nel suo insieme stando a quanto trapelato, va anche oltre, dalla staffetta generazionale agli sgravi alle assunzioni per giovani e donne, passando per il trade-off tra la riduzione dell'orario di lavoro e la formazione.
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