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Ucraina: popolo pacifista in piazza, 'No alla guerra'

Ai Ss.Apostoli, S.Egidio con Bruck, Gualtieri e forze politiche



ROMA, 17 FEB - Senza le bandiere di partito, senza prendere in mano i microfoni, lasciando parlare invece i testimoni della guerra, come la scrittrice sopravvissuta ai lager nazisti Edith Bruck, anche tanti esponenti di forze politiche come il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, e il vice presidente del Pd, Peppe Provenzano, hanno partecipato stasera alla manifestazione "Sì alla pace, no alla guerra" promossa dalla Comunità di Sant'Egidio per far risuonare il grido pacifista contro ogni possibile escalation del conflitto in Ucraina. Sul palco allestito a piazza Santi Apostoli erano presenti anche una delegazione di Italia viva, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, rappresentanti di Demos, Sinistra civica ecologista insieme a Cgil, Cisl, Uil, Acli, Azione Cattolica, e altri, tutti accomunati dalle parole del presidente di S. Egidio, Marco Impagliazzo, che ha invitato a riflettere su come la storia, quella europea e recente in primis, insegni che la guerra è sempre un'avventura senza ritorno . "Se la casa del vicino brucia - ha detto dal palco - prima o poi brucerà anche la nostra. Per questo ora siamo giustamente molto preoccupati per ciò che accade nel cuore dell'Europa, in Ucraina: vediamo segnali minacciosi di una guerra che potrebbe causare un bagno di sangue, di un conflitto che si allargherebbe e ci coinvolgerebbe, trascinandoci tutti in un'avventura senza ritorno". "Il movimento per la pace - ha aggiunto - non si faceva sentire da molto tempo: negli anni si è persa l'inquietudine a difendere la pace laddove è minacciata, illudendosi che la cosa non ci riguardi", ma "oggi siamo qui per dire un no forte e convinto che viene prima di ogni posizione: il nostro è un rifiuto radicale dell'utilizzo dello strumento militare per risolvere contenziosi o contese". Toccante la testimonianza della scrittrice ungherese pluripremiata Edith Bruck, sopravvissuta ad Auschwitz, e poi a Dachau, e poi ancora ad altri lager nazisti altri in una fuga continua cui l'aveva costretta la sua origine ebraica. "Sono contenta oggi di intervenire per la pace - ha chiosato -, io che ho patito la peggiore delle guerre". La sua testimonianza si è conclusa con un messaggio chiaro: "Parlo nelle scuole della mia terribile esperienza ma non ho nessun sentimento di odio: se si vuole la pace non si deve mai odiare". In veste istituzionale, ha preso la parola anche il sindaco Roberto Gualtieri: "Noi siamo qui a portare la voce forte della città perché non ci sia una guerra. Roma è una città che ha nel suo Dna la pace e la cooperazione tra i popoli. L'Europa non può vedere minacce di invasione e non può vedere gli eserciti che si preparano. Sono immagini che toccano la nostra coscienza".

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