Ucraina: previste 2mila nascite tra rifugiate in 4 settimane
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Su Bmj elenco sfide di salute per donne, bimbi e anziani

ROMA, 08 APR - Le donne in fuga dall'Ucraina hanno bisogno di accedere all'assistenza sanitaria in ambito sessuale e riproduttivo. L'Oms prevede infatti 2.000 nascite tra i rifugiati dall'Ucraina nelle prossime 4 settimane, un numero in aumento con l'arrivo di nuovi rifugiati.Si stima che almeno il 15% richiederà cure ostetriche di emergenza. Proprio le figure femminili sono poi anche ad alto rischio di violenza di genere e tratta e sempre loro, insieme ai bimbi e agli anziani sono reduci da fughe dal Paese che possono avere conseguenze importanti sulla salute. Lo evidenzia su Bmj un excursus di esperti della London School of Hygiene and Tropical Medicine e della Ukranian Medical Association. "Spesso -si legge- i rifugiati arrivano infreddoliti e disidratati. Le condizioni di sovraffollamento durante il viaggio e nei centri di accoglienza li rendono suscettibili alle malattie infettive. I bambini sono a rischio di morbillo, poliomielite e altre malattie prevenibili con vaccino, comprese quelle diarroiche. La copertura vaccinale di routine in Ucraina era bassa prima della guerra e il vaccino del rotavirus non viene somministrato di routine". Le condizioni anguste rendono anche vulnerabili al Covid-19. Prima della guerra l'Ucraina aveva quasi 25.000 nuovi casi al giorno, con solo il 36% della popolazione completamente vaccinata. Igiene, mascherine e vaccinazione sono quindi prioritari.Tra le emergenze vi sono poi, oltre ai tumori, le malattie croniche: un terzo degli ucraini è iperteso e il 7% ha il diabete. E l'Ucraina ha anche uno dei maggiori oneri in Europa di malattie infettive croniche, in particolare HIV e tubercolosi. La maggior parte dei rifugiati arriva senza cartelle cliniche o forniture adeguate di farmaci. L'esposizione a eventi traumatici e a fattori di stress quotidiani significa poi che 1 persona su 5 colpita da conflitti "ha probabilità di soffrire di disturbi mentali". Per gli studiosi la risposta dei Paesi che hanno accolto i rifugiati è "lodevole", ma la chiave è la solidarietà europea, che si deve sposare con il lavoro di organizzazioni come l'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
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