“Ue e Africa fate di più”
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
MIGRANTI/APPELLO DEL PRESIDENTE MATTARELLA DURANTE LA VISITA IN ALGERIA

di Marcello Campo
ALGERI. L’Africa e l’Unione europea devono “fare di più” sul fronte dei migranti. Se non si “governa” questo fenomeno, sia le “nostre ragioni umanitarie che i nostri sistemi statali, saranno sopraffatti”. Ma più in generale i due continenti divisi dal Mediterraneo hanno un destino, economico e politico “comune”. Sergio Mattarella, appena arrivato ad Algeri, rilancia un tema a lui molto caro, quello del dialogo proficuo tra le due sponde del Mare Nostrum. E non è un caso che proprio in questo Paese, il più grande del continente africano, il Presidente della Repubblica, accompagnato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, abbia deciso di fare l’ultima visita di Stato del suo settennato fuori dai confini dell’Ue. Missione introdotta da ben due interviste sui maggiori quotidiani algerini. “Come italiano e come europeo - afferma il capo dello Stato al giornale Libertè - considero il Mediterraneo come una componente che ha definito l’identità del mio Paese e dell’Europa intera. Essere oggi in Algeria, un Paese mediterraneo e africano, è un simbolo della nostra comune identità e dei nostri valori condivisi”. E in effetti il rapporto tra Algeri e Roma è sempre stato solido, stabile, fortissimo in termini economici - l’Algeria è il nostro secondo fornitore di gas, qui l’Eni svolge un ruolo cruciale - ma anche con radici storiche profonde. Oggi proprio Mattarella inaugurerà nella capitale un giardino dedicato a Enrico Mattei, popolarissimo in Algeria, le cui autorità hanno riconosciuto, postumo, il titolo di “Amico della rivoluzione”. “Enrico Mattei - commenta Mattarella - fu una delle personalità italiane più importanti del dopoguerra e uno dei costruttori della Repubblica Italiana. Oggi la sua lezione e la sua esperienza sono più che mai attuali”. Un’intensa cooperazione economica, ma anche forte vicinanza politica, sin dai tempi della lotta per l’indipendenza ma anche di recente, durante il cosiddetto “decennio nero”, negli anni ’90, quando l’Algeria fu teatro di gravissime violenze interne. Sostegno riaffermato con riconoscenza dallo stesso presidente Abdelmadjid Tebboune, che ha accolto ieri Mattarella nel suo palazzo presidenziale. “L’ amicizia tra l’Italia e l’Algeria è solida, si tratta di rapporti antichi, rafforzati durante il ‘decennio nero’, quello segnato dal terrorismo: l’Italia - ha sottolineato - è stato l’unico paese che ci è rimasto accanto”. Piena sintonia tra i due Paesi anche sul fronte dei delicatissimo dossier libico: “Noi, come l’Algeria - sottolinea il Presidente Mattarella - crediamo che la condizione essenziale per raggiungere una pace duratura sia il rispetto della tabella di marcia stabilita nel quadro delle Nazioni Unite, il Processo di Berlino e il rispetto della sovranità libica”. Insomma, per Mattarella, è necessaria la “volontà comune di tutti gli attori libici coinvolti, senza interferenze esterne, che porti alla messa in sicurezza di tutto il territorio libico, allo svolgimento di libere elezioni e alla partenza di mercenari e formazioni armate irregolari”. Una partnership, quella italo-algerina, che porterà a breve termine al quarto vertice intergovernativo. Ma che già ieri ha portato frutti concreti come la firma di alcuni accordi in materia di giustizia, cultura e formazione. Si tratta nel dettaglio dell’accordo di revisione dell’Accordo bilaterale del 2006 sulla Scuola italiana “Roma” di Algeri, del protocollo di gemellaggio tra Scuole Superiori della Magistratura italiana e algerina e della Convenzione fra l’Istituto Centrale per il Restauro italiano (ICR) e la Scuola Nazionale Superiore di Conservazione e Restauro di Beni Culturali algerina. In serata l’incontro con la folta rappresentanza della comunità italiana nel Paese nel teatro dell’ambasciata, accompagnato dall’ambasciatore Giovanni Pugliese.
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