Ue, in due settimane stesso numero di rifugiati 2015-2016
- direzione167
- 5 giu 2022
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BRUXELLES, 10 MAR - Il clima in Europa, spiega la commissaria, è del tutto diverso da quello della crisi del 2015. "La guerra in Siria è scoppiata nel 2011, ma l'Ue ha iniziato a reagire solo quando i rifugiati erano già sul territorio europeo. E soprattutto, allora l'Europa era assente. Ora siamo più preparati, abbiamo iniziato a lavorare sui piani di emergenza settimane prima" dell'invasione russa. "Gli Stati membri - prosegue Johansson - sono stati veloci e sono stati tutti concordi nell'aprire le frontiere" ai profughi che scappano dall'Ucraina. Tanto che, dopo un'intesa all'unanimità tra gli Stati membri, è stata attivata la direttiva per la protezione temporanea, varata nel 2001 all'indomani della guerra in Kosovo, ma mai applicata fino ad ora. La direttiva prevede una protezione immediata e temporanea in caso di afflusso massiccio di cittadini di Paesi terzi sfollati, consentendo l'accesso al mercato del lavoro o all'istruzione, ad esempio. "Un passo positivo - sottolinea la politica danese - anche per l'adozione del patto d'immigrazione e asilo" proposto dall'Esecutivo europeo nel settembre 2020 e giunto poi a un punto morto. Tra le azioni decise da Bruxelles, la commissaria europea ricorda anche lo stanziamento di "500 milioni di euro per aiuti umanitari in Ucraina e nei paesi vicini", il "prolungamento dell'uso di fondi europei inutilizzati nel fondo immigrazione per un altro anno" e la concessione di una "maggiore flessibilità nell'utilizzo dei fondi di coesione, regionali, sociali" per fare in modo che "questi soldi vengano spesi per misure volte a integrare i profughi".
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