Una strage senza colpevoli
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Fico a Bologna per i 40 anni: “Lo Stato dica la verità”
di Alessandro Cori
BOLOGNA. Sono le 20.59 del 27 giugno 1980 quan- do sul radar della torre di controllo di Ciampino spari- sce il segnale del DC9 Itavia, partito da Bologna con direzione Palermo, mentre si trova in volo sul tratto di mare com

preso tra le isole di Ponza e Ustica. A bordo ci sono 81 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio.
Da quel giorno sono trascorsi 40 anni, circa 2 milioni di pagine di istruttoria, migliaia di testimoni sen- titi e un’ottantina di rogatorie internazionali. Quella stra- ge però, “impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare”, come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è ancora senza colpevoli. E la verità completa, che la presidente dell’Associazione dei familiari delle vitti- me, Daria Bonfietti, invoca da decenni, non riguarda esclusivamente l’Italia, visto che quella sera sui cieli di Ustica non c’era solo il DC9, ma anche altri aerei militari, francesi e americani.
“Non può e non deve cessare l’impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive - ha proseguito il Capo dello Stato nel suo messaggio - giungere a una loro ricostruzione piena e univoca, ri- chiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collabora- zione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità è fondamen- tale per la Repubblica”.
Del resto, ha specificato Mattarella, “il quadro del- le responsabilità e le circostanze che provocarono l’immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario”.
L’Italia intera “reclama chiarezza - ha detto anche la presidente del Senato, Elisabetta Casellati -. La prossima settimana convocherò di nuovo il Consiglio di Presidenza perché si arrivi subito alla decisione finale sulla desecretazione”. Le parole di Sergio Mattarella
sono arrivate poco prima che a Bologna cominciasse la cerimonia in ricordo delle 81 vittime, alla presenza an- che del presidente della Camera, Roberto Fico, che ha sottolineato come “quella notte nei cieli ci fu una guer- ra” e quindi “vogliamo sapere chi ha premuto quel pul- sante sganciando quei missili, quali caccia erano lì e perché. E’ chiaro che Ustica è una ferita immensa per tutto il nostro Paese. Ustica - ha proseguito - deve esse- re una questione di Stato e tutto lo Stato deve sentire il senso profondo di questa ferita”.
Per Fico, che ha ricordato di essere stato in Francia anche per parlare della vicenda di Ustica, serve una “risposta sostanziale” alle rogatorie internazionali. “Chiedo anche a pezzi del nostro Stato - ha esortato il presidente della Camera - che conoscono perfettamen- te la vicenda e pezzi dello Stato che hanno depistato, di dire tutta le verità”.
E un contributo importante per allontanare l’ipotesi di una implosione strutturale e avallare la tesi del mis- sile, si deve al giornalismo d’inchiesta, ricorda Fico. A Roma, in ogni modo, rimane aperta una indagine da parte della Procura.
“A questi giudici - è la richiesta di Bonfietti - deve essere fornito ogni tipo di documentazione. Crediamo a un ruolo determinante del ministero della Giustizia per la gestione delle rogatorie internazionali - ha aggiunto - e per questo chiediamo al ministro Bonafede sforzi ul- teriori, mentre gli riconosciamo l’impegno preso per la digitalizzazione di tutti gli atti relativi alla vicenda di Ustica”.
Il premier Giuseppe Conte ha assicurato che “l’im- pegno del Governo e delle istituzioni nella ricerca del- la verità non deve conoscere soste. La memoria da sola non basta: le vittime e i loro familiari meritano giustizia”.
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