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Vaccini e tamponi sotto pressione, Figliuolo al lavoro

'A gennaio 15 mln dosi'.Più hub in regioni, ancora code per test




ROMA, 03 GEN - Gestire il sovraccarico di richieste per tamponi e somministrazione di vaccino in vista del picco della quarta ondata. Il Governo e le Regioni si preparano ad affrontare un gennaio difficile, per liberare nelle prossime settimane il Paese dalla morsa di Omicron. Dopo l'accordo con i rappresentanti di categoria dei farmacisti sul prezzo calmierato delle mascherine Ffp2 - fissato a 75 centesimi - il commissario per l'Emergenza, Francesco Figliuolo, fissa il target di somministrazioni del siero per il mese di gennaio: "alla luce dei risultati positivi fatti registrare dalle Regioni e Province autonome nel periodo delle festività natalizie e di fine anno, con punte di quasi 650 mila somministrazioni giornaliere, si potranno raggiungere - annuncia il generale - i 15 milioni di somministrazioni in questo mese". Un numero più alto rispetto a quello del dicembre appena passato, in cui il numero di inoculazioni effettuate è stato di 14,5 milioni. Nessun problema, assicura Figliuolo, anche sugli approvvigionamenti: "il fabbisogno di vaccini per il mese di gennaio verrà assicurato dalle dosi di Pfizer e Moderna nella disponibilità della struttura commissariale. Nel complesso, i quantitativi sono in grado di esprimere una potenzialità di 26 milioni di somministrazioni". Potrebbe dunque slittare a febbraio l'arrivo di Novavax, il cosiddetto vaccino che 'piace' ai No Vax, in quanto sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti, in uso da tempo contro malattie come pertosse, epatite, meningite, herpes zoster e altre infezioni di carattere virale (diverso dalla tecnologia a Rna utilizzata da Pfizer e Moderna). Ma se continuano a volare le cifre sulle inoculazioni di booster, con una risalita dei numeri sulle prime dosi (in 24 ore rispettivamente 266.181 e 35.421, nonostante fosse domenica di inizio anno), prosegue anche la sofferenza delle strutture destinate ad accogliere i cittadini per iniezioni e non solo, sempre più divise tra effettuazione di tamponi e somministrazioni del siero. "Purtroppo le lunghe attese per l'effettuazione dei tamponi molecolari e per i test rapidi - dalle lunghe file in hub e farmacie alle liste di prenotazione - ancora non diminuiscono: c'è un sovraccarico di persone che vanno a fare il tampone. Ci aspettiamo che si normalizzi la situazione in vista delle normative che saranno annunciate mercoledì, perché dopo quella data le cose potrebbero cambiare", spiega il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, il quale - in contatto con i colleghi delle altre regioni - riferisce che "questo tipo di problema si verifica soprattutto nelle grandi città come Milano, Torino, Napoli e Roma. A volte - aggiunge - il test rapido non basta e ci sono cittadini che lo ripetono anche due o tre volte". E per far fronte alle richieste, in tutto il Paese diverse Regioni tornano ad attivare nuovi hub. A Torino il governatore piemontese Alberto Cirio ha riaperto la struttura vaccinale del "Valentino", che arriverà a un picco di duemila vaccinazioni al giorno. In Puglia la Regione ha dato il via libera ad aprire altri hub vaccinali nelle scuole, in attesa della disponibilità degli istituti. In Friuli Venezia Giulia in pochi giorni è stato sviluppato un potenziamento dell'offerta vaccinale che permetterà di far fronte in maniera efficace al fabbisogno legato soprattutto alla dose di richiamo su tutto il territorio regionale. A Chieti, come in molte altre città, nascono nuovi hub per l'effettuazione dello screening con tamponi rapidi antigenici dedicati ad alunni e personale di tutte le scuole di ogni ordine e grado

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