Vaticano, gli abusi nella diocesi di Lione: assolto in appello il cardinale Barbarin
- direzione167
- 5 giu 2022
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ERA STATO CONDANNATO A SEI MESI

PARIGI. Il Papa aveva rifiutato le sue dimissioni lo scorso mese di marzo, preferendo rinviare la decisione in attesa della decisione della Corte d'appello. Dopo la condanna a 6 mesi per omessa denuncia di abusi sessuali di un prete della sua diocesi, quella di Lione (centro della Francia) il cardinal Barbarin è stato ieri assolto in appello. Ma insiste e in una conferenza stampa annuncia che ripresenterà le dimissioni a Papa Francesco. "Di nuovo, rimetterò il mio incarico di arcivescovo di Lione nelle mani di Papa Francesco" ha annunciato Barbarin in una conferenza stampa dopo la sentenza, aggiungendo che l'assoluzione consente comunque di "aprire un nuovo capitolo per la Chiesa di Lione". Il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni, ribadendo la vicinanza della Santa Sede alle vittime e alla "Chiesa di Lione, duramente provata", riferisce: "Il Santo Padre, che continua a seguire da vicino lo svolgimento di queste dolorose vicende, comunicherà la propria decisione a tempo debito". Il tribunale al quale Barbarin, 69 anni, aveva fatto ricorso dopo la condanna a sei mesi con la condizionale per non aver denunciato gli abusi sessuali di padre Bernard Preynat di cui, pure, era stato a conoscenza, ha assolto il cardinale. Le parti civili, rappresentanti soltanto alcuni dei tanti scout che per 20 anni, fra il 1971 e il 1991, subirono violenze sessuali dal prete, hanno annunciato un ulteriore ricorso in Cassazione, dopo aver definito "assolutamente originale" la decisione della corte d'appello. I giudici hanno ritenuto che Barbarin non abbia frapposto ostacolo alla giustizia quando, nel 2014, una vittima si confidò con lui sugli abusi subiti da padre Preynat, in quanto i fatti erano, a quel punto, coperti da prescrizione. Ma i giudici di Lione hanno escluso la respon- sabilità del cardinale anche per i fatti non prescritti, in quanto hanno ritenuto che Barbarin non era obbligato a sostituirsi alle vittime sporgendo denuncia al loro posto, poiché si trattava di persone maggiorenni che non erano in situazione di debolezza o fragilità. Durante le udienze, nel mese di novembre, Barbarin aveva ammesso "errori" nella gestione del caso di padre Preynat ma negando ogni reato. Arrivato alla diocesi di Lione nel 2002, convocò Preynat nel 2010 per saperne di più sulle voci circolanti su di lui. A quell'epoca, il prete gli assicurò di non aver commesso più abusi dal 1991. Nel 2014, Barbarin ricevette una vittima di Preynat, alexandre Hezez, che gli raccontò quanto subito durante un campo scout. Il cardinale ha spiegato di non aver denunciato i fatti in quanto prescritti ma di averne parlato con i suoi superiori in Vaticano e di aver inasprito le sanzioni nei confronti del sacerdote colpevole. Barbarin, dopo il rifiuto delle sue dimissioni da parte del Vaticano, si è messo a riposo ed ha lasciato la guida della diocesi, assicurata oggi da monsignor Michel Dubost.
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