Venezuela, due presidenti
- direzione167
- 5 giu 2022
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GUAIDÓ TORNA CAPO DELLO STATO “AD INTERIM”. MA PARRA NON MOLLA

CARACAS. Il capo dell’opposizione in Venezuela, Juan Guaidò, ha giurato per la seconda volta come presidente ad interim del Paese, dopo aver ‘riconquistato’ la presidenza dell’Assemblea nazionale contesa dal deputato filo-Maduro Luis Parra e mentre fuori dall’edificio si consumava una giornata di altissima tensione con episodi di violenza contro deputati oppositori e giornalisti da parte delle forze di sicurezza. Gli agenti della Guardia nazionale bolivariana avevano tentato di bloccare l’ingresso anche a Guaidò e ai parlamentari a lui fedeli nell’Aula del Parlamento. Dopo essere stato rieletto tre giorni fa come presidente del Parlamento, con il voto di 100 deputati in carica e supplenti, Juan Guaidó aveva annunciato per oggi la prima sessione dei lavori parlamentari per l’anno 2020-21. Una giornata che si preannunciava carica di tensioni, che si sono concretizzate ai cancelli del Palazzo legislativo, quando Guaidò ha tentato di entrare nella sede del Parlamento ma è stato bloccato dalle forze di polizia e i militari, che sin dalle prime ore della giornata hanno presidiato l’area dell’Assemblea Nazionale. Mentre a Guaido veniva impedito l’ingresso nell’edificio, il suo concorrente per la carica di presidente del Parlamento, il deputato Luis Parra, ha presieduto una sessione dell’Assemblea nazionale alla quale hanno partecipato i deputati del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) di Nicolas Maduro e alcuni parlamentari dei gruppi di minoranza di opposizione. Tuttavia, quando Guaido è riuscito a entrare nell’aula, Parra e i parlamentari avevano già lasciato l’aula. L’ingresso di Guaidò nell’area del Parlamento ha portato con sé episodi di violenza. Dopo essere entrato nei giardini interni della sede del Parlamento, Guaidò e alcuni parlamentari sono riusciti a superare anche il blocco alla porta d’ingresso nel palazzo e a raggiungere l’emiciclo dell’Assemblea nazionale. Dopo aver intonato l’inno nazionale, il capo dell’opposizione ha aperto ufficialmente la sessione ordinaria, ha assunto le funzioni di capo del Parlamento e ha giurato nuovamente come presidente ad interim del Venezuela “in nome di coloro che non hanno voce”, per “compiere i doveri di presidente incaricato e di trovare soluzioni alla crisi”, di fronte a un’aula al buio per un blackout elettrico iniziato subito dopo il suo arrivo. Durante la sessione sono continuate le tensioni nell’area esterna del Palazzo legislativo. Secondo quanto denunciato dall’opposizione, quattro deputati sono rimasti feriti per le violenze delle forze di sicurezza. All’uscita di Guaidò dall’edificio, alcuni agenti della Guardia Nazionale bolivariana hanno lanciato gas lacrimogeni in direzione dell’autoproclamato presidente e di altri parlamentari di opposizione. Subito dopo la sessione ordinaria presieduta da Guaidò, i deputati chavisti sono rientrati nell’aula dell’Assemblea Nazionale, e hanno cantato anche loro l’inno nazionale per “esorcizzare” l’emiciclo dai “diavoli che non rispettano” il Parlamento. La ‘riconquista’ da parte di Guaidò dell’ingresso nell’Assemblea nazionale e il suo nuovo giuramento non sembrano risolvere il nuovo capitolo della crisi istituzionale in Venezuela - con due presidenti che si contendono l’Assemblea legislativa del Paese - che va ad aggiungersi al lungo braccio di ferro iniziato lo scorso anno tra Nicolas Maduro e lo stesso Guaidò per la presidenza del Paese, ritenuta vacante dall’opposizione per l’irregolarità della rielezione dell’erede di Chavez. Mentre Guaidò è stato riconosciuto come presidente ad interim da più di 50 paesi in tutto il mondo, Maduro continua a contare sul sostegno delle forze armate.
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