Via libera all’accordo con Pechino
- direzione167
- 5 giu 2022
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WASHINGTON/EVITATA L’ENTRATA IN VIGORE DEI NUOVI DAZI SUL MADE IN CHINA

NEW YORK. L’accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina, a cui Donald Trump ha dato il via libera, evita l’entrata in vigore dei nuovi dazi americani sul Made in China che sarebbero dovuti scattare il 15 dicembre. Lo riporta l’agenzia Bloomberg. “Un grande accordo con la Cina è vicino. Loro lo vogliono, e anche noi”. Lo stringato tweet di Donald Trump ha innescato un rally a Wall Street: gli indici americani sono volati a nuovi record spinti dall’ottimismo su una schiarita nei rapporti commerciali fra le due superpotenze economiche. Una schiarita che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, è positiva per Washington e Pechino e soprattutto per l’economia mondiale. Il cinguettio di Trump irrompe in una giornata storica, quella del voto alla commissione giustizia della Camera sull’impeachment del presidente americano. E arriva in vista della scadenza del 15 dicembre quando, in assenza di una svolta, dovevano scattare i nuovi dazi di Trump su 156 miliardi di dollari di Made in China. Non è ancora chiaro come la Casa Bianca intenda procedere sulle nuove ta- riffe: le indiscrezioni al riguardo sono contrastanti visto lo scarso tempo a disposizione per chiudere la prima fase dell’intesa fra Stati Uniti e Cina sul fronte commerciale. Ma il tweet di Trump, che per la prima volta afferma di volere anche lui un accordo, sembra aprire a un’eliminazione o almeno a un posticipo dei dazi previsti entrare in vigore domenica. All’interno della Casa Bianca molti erano favorevoli a un rinvio nella convinzione che imporre dazi in prossimità delle feste natalizie si traduca nell’imporre una tassa sugli americani e quindi in un’ondata di nuove critiche contro l’amministrazione, già nel mirino per l’impeachment. Fra le aziende che hanno seguito con interesse gli sviluppi c’è Apple: gli Stati Uniti e la Cina sono infatti i suoi due maggiori mercati e la guerra commerciale avrebbe rischiato un impatto forte sulle vendite di Cupertino in Cina, dove l’iPhone appare in difficoltà. Secondo Credit Suisse, le consegne sono infatti calate del 35,4%, il secondo calo consecutivo a due cifre. Nell’ultima proposta messa sul piatto dall’amministrazione Trump alla Cina, gli Stati Uniti propongono un taglio del 50% degli attuali dazi su 360 miliardi di prodotti cinesi e la cancellazione delle tariffe che dovrebbero scattare domenica prossima. In cambio Washington chiede a Pechino un impegno a maggiori acquisti di prodotti agricoli americani, una più forte tutela dei diritti di proprietà intellettuale e un maggiore accesso per le aziende americane al settore dei servizi finanziari cinese. Nel caso in cui la Cina sottoscrivesse l’offerta ma non rispettasse gli impegni, gli Stati Uniti sono pronti a far tornare i dazi ai livelli attuali. Una pausa nella guerra commerciale con la Cina, con la firma della fase uno di un accordo più ampio, consentirebbe a Trump di guadagnare tempo e avviarsi all’anno delle elezioni presidenziali con un’importante carta in tasca da giocare. Un carta in grado di spingere Wall Street a nuovi record e permettere al presidente di rivendicare il successo della sua ricetta economica per gli Stati Uniti, che proseguono nel loro 11mo anno di ripresa.
















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