“Voto no”, dice Prodi
- direzione167
- 5 giu 2022
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REFERENDUM/CRESCE I FRONTE DEI CONTRARI. RENZI LASCIA LIBERI I SUOI

di Marcello Campo
CASTROCARO TERME. Romano Prodi annuncia il suo no. Matteo Renzi, si schiera per la libertà di voto. La Lega, invece, ribadisce il suo voto favorevole, ma il suo leader, Matteo Salvini, non si fa grandi illusioni su una possibile crisi di governo dopo il 21 settembre: “Mi auguro che cada il Governo il prima possibile e gli italiani possano scegliersi un nuovo Parlamento a prescindere dalle Regionali e dal referendum”, osserva dalla tappa fio- rentina del suo tour elettorale Toscana. Attesa, infine, per la decisione finale del Pd, che sarà assunta nei prossimi giorni in direzione. “Attendo la direzione nazionale e in quella sede sosterrò la posizione del sì. Mi auguro che emerga una posizione unitaria”, ha spiegato ieri il vicesegretario nazionale del Pd, Andrea Orlando. Insomma, a tre settimane dal referendum, malgrado i partiti siano più impegnati nella battaglia per le elezioni regionali, si delinea in modo più chiaro la ‘mappa’ delle prese di posizione sul taglio dei parlamentari, con un leggero rafforzamento del fronte del no, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Prodi. Pur riconoscendo “che il numero dei parlamentari sia eccessivo”, il professore bolognese osserva che “sarebbe più utile al Paese un voto negativo, per evitare che si pensi che il taglio costituisca una riforma così importante per cui non ne debbano seguire le altre, ben più decisive per il futuro del nostro Paese”. Un no lodato dal segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova: “Siamo l’unico partito - commenta su twitter - sempre coerente nel No alla (non) riforma populista e antipolitica del M5S”. Emma Bonino arriva addirittura a invocare una mobilitazione unitaria del fronte del no: “Penso sia arrivato il momento di ritrovarci in una piazza, anche virtuale, mettendo assieme le voci di tutti coloro che dicono NO a una riforma fatta male e pericolosa”, chiede la leader radicale. Intanto, come fortemente voluto dal Pd, si sviluppa nella maggioranza anche il dibattito sulle riforme che, secondo il patto stabilito quando nacque il Conte 2, devono integrare la semplice riduzione degli eletti. Su questo fronte Italia Viva lancia segnali di disponibilità al confronto parlamentare, pur fissando alcuni paletti. Intervistato da Repubblica, Renzi si dice “non convinto dalla relazione tra questa riforma costituzionale e legge elettorale”. Com’è noto, l’ex premier sostiene il sistema maggioritario, insieme al modello del sindaco d’Italia. Tuttavia esprime “rispetto per la posizione del Pd”, a patto che si faccia sul serio. “Siamo pronti a sbloccare subito i lavori della Commissione se c’è una visione organica. O maggioritaria, con doppio turno ed elezione del sindaco d’Italia. O sistema tedesco, con monocameralismo, sbarramento e sfiducia costruttiva”, aggiunge, punzecchiando comunque i Cinque stelle e la loro tesi secondo cui il referendum sia un fatto epocale: “Non condivido chi parla di attacco alla democrazia, ma neanche l’entusiasmo grillino sulla ‘svolta storica’. Non è una svolta, è uno spot: taglia i i parlamentari, ma lascia intatti i problemi del bicameralismo perfetto”. Parlando ai 250 ragazzi under 30 della sua summer school, prima annuncia che la prossima edizione di questa iniziativa si terrà a Ponte di Legno, “a casa di Salvini”. Poi mette sullo stesso piano il leader leghista e il ministro degli Esteri, accusandoli di concepire la politica come sola propaganda: “Di Maio, quando parla di abolizione della povertà e reddito di cittadinanza - attacca tra gli applausi - fa uno spot populista come fa Salvini, sui migranti e quota 100. Hanno ambedue l’idea che tutto sia bianco o nero: invece la politica è una scatola di pennarelli di 36 colori, e noi vogliamo usarli tutti, con coraggio, per costruire il futuro”.
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