Willy: omicidio volontario
- direzione167
- 5 giu 2022
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L’ACCUSA DELLA PROCURA PER I FRATELLI BIANCHI. IL GIP: “VOLEVANO UCCIDERE”

di Marco Maffettone
ROMA. Volevano ucciderlo. Hanno infierito su di lui quando era a terra e inerme: una azione che rientra nell’omicidio volontario. La Procura di Velletri aggrava le accuse ai fratelli Marco e Gabriele Bianchi accusati del pestaggio di Willy Monteiro Duarte avvenuto a Colleferro nel settembre scorso fuori ad un locale. Una accusa mossa anche agli altri due “protagonisti” del drammatico pestaggio: Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Un capo d’accusa che porterà il processo davanti alla corte d’assise di Frosinone. Ed è proprio Pincarelli che intercettato in dialetto dice “gli so tirato quando steva per terra’ (l’ho picchiato quando era a terra,ndr): parole talmente pesanti che il padre alzando la voce lo invita a tacere: ‘zitto n’atra vota’ (zitto ancora). Il nuovo colpo di scena nell’inchiesta è arrivato ieri con la notifica agli indagati di una nuova ordinanza di custodia cautelare. Una tranche di indagine condotta in questi mesi dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Colleferro che hanno cristallizzato il quadro indiziario nei confronti dei quattro anche grazie ad una serie di testimonianze, intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno permesso di raccogliere nei confronti degli indagati gravi indizi di colpevolezza. Per il gip di Velletri, Giuseppe Boccarrato, “gli elementi conducono naturalmente a ritenere che i quattro indagati non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima”. Per il giudice “per la modalità dell’azione, realizzata da più persone coordinate, per la localizzazione e violenza dei colpi, inferti in più parti vitali, per le condizioni in cui versava la vittima, colpita” anche quando “si trovava inerme in terra nella seconda, e per l’esperienza nelle tecniche di combattimento dei fratelli Bianchi e del Belleggia, va senza dubbio esclusa la condizione minima per contestare l’omicidio preterintenzionale”. Nell’ordinanza il gip scrive che “gli informatori sentiti nel corso delle indagini hanno confermato che Willy veniva aggredito nonostante fosse del tutto estraneo alla discussione in corso tra Belleggia e gli amici di Zurma, sicchè i quattro indagati nel colpirlo e infierendo con crudeltà su un ragazzo inerme, erano animati semplicemente, dalla volontà di dimostrare la forza del proprio gruppo”. Nella nuova ordinanza è citata anche una intercettazione del 22 settembre scorso, un colloquio carpito in carcere tra Pincarelli e il padre. “Nella circostanza infatti Pincarelli ammette, o meglio, confessa, di aver colpito il giovane Willy quando questi era già in terra esplicitamente dicendo ‘solo ci so, ci so tirato’ e poco dopo aggiungendo in maniera ancora più esplicita: ‘solo lo so un po’ rovinato, gli so tirato quando steva da per terra a chiglio’, subito bloccato - scrive il gip - da suo padre che, rendendosi conto di quanto quelle affermazioni potessero compromettere la posizione processuale del figlio, alzando la voce lo invita a tacere”.
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