Barella pilastro dell’Inter
- direzione167
- 5 giu 2022
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FESTIVAL DELLO SPORT/MAROTTA ANNUNCIA IL RINNOVO E PARLA DI CONTE

TRENTO. “Cessioni eccellenti nel futuro? Mi sento di escluderle, possiamo essere ottimisti. L’Inter esiste oggi, esisteva prima ed esisterà nel futuro. La competitività è garantita”. Parola di Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, dal palco del Festival dello Sport a Trento. “Non sempre nel calcio chi più spende, più vince -sottolinea il dirigente nerazzurro - esiste il patrimonio delle risorse umane, rappresentate da calciatori, dirigenza e tifosi. All’Inter c’è gruppo forte dentro e fuori dal campo. Si può andare lontano, al di là dei nomi dei campioni”. Del gruppo nerazzurro fa parte Nicolò Barella, per il quale Marotta annuncia l’imminente adeguamento del contratto: “Nicolò è uno dei casi della differenza tra talento e campione: da talento, è diventato campione. Cassano, per esempio, da talento non è mai diventato campione. Non ha mai accompagnato le qualità tecniche a quelle umane. Barella si è affermato con sempre maggiore continuità e oggi ci troviamo di fronte a un campione: per questo occorre gratificarlo per quello che ha fatto, con un adeguamento del contratto pari a quello di una fascia importante di giocatori che fanno parte dell’Inter. Nelle prossime settimane ci arriveremo”. E sulla possibilità che diventi il prossimo capitano dell’Inter: “Sarebbe bello, Handanovic ha la sua età e Barella è più giovane. Capitano non si diventa per caso: occorre avere le qualità umane e tecniche per essere un leader. Barella può iniziare a diventare un nostro leader”. Firma in vista anche per Lautaro: “A breve annunceremo il suo rinnovo, che è importante e pone le basi per il futuro. Noi vogliamo lavorare a una squadra che sia il giusto mix tra esperti e giovani, necessario per vincere”. “La decisione di Conte non era prevedibile e ci ha spiazzati -ha continuato - una scelta che fa parte dello sport e della vita, che va rispettata. Le società rimangono, tutti gli altri passano - ha proseguito Marotta -. Bisogna avere la capacità di partire con un percorso nuovo, avendo la consapevolezza di rappresentare un grande club”. “Abbiamo scelto un allenatore, Simone Inzaghi, che può ricalcare il solco segnato da Conte”, ha quindi aggiunto l’ad. “Il rientro di Christian Eriksen? Difficile fare ipotesi. Al momento opportuno i medici faranno le valutazioni del caso. La cosa importante è che abbiamo ritrovato una persona, al di là della carriera sportiva”, ha detto ancora Marotta, parlando della situazione del centrocampista danese. “La pandemia ha accentuato una situazione di grande sofferenza di tutti i club italiani. Milan, Inter e Juve negli ultimi due bilanci hanno perso insieme circa un miliardo. Il modello attuale non dà garanzie di stabilità e servono rimedi, credo sia giusto (anche eticamente) non dipendere sempre dall’azionista” ha detto Marotta commentando il buco da 246 milioni registrato nell’ultimo bilancio dell’Inter. “Il calcio del mecenatismo è superato, a maggior ragione ora che le proprietà di molti club sono straniere. Ricordo che la famiglia Zang ha profuso 700 milioni nel corso degli anni, è normale ora rivedere i costi. Il compito del management è mixare obiettivi sportivi con equilibrio economico-finanziario. Quest’anno le partenze di Hakimi e Lukaku hanno portato equilibrio”. Marotta ha quindi escluso altre cessioni importanti e ha aggiunto che l’ingresso di soci di minoranza non può essere la soluzione di tutti i problemi: “Può dare respiro nel corto raggio, ma sul lungo periodo serve un modello diverso”. Infine, un’annotazione personale: “Dopo l’Inter non lavorerò più in un club. Resterò nel mondo del calcio, che mi ha dato tantissimo e che mi ha permesso di crescere, però a conclusione di questa esperienza professionale voglio rallentare"
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