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Bernal non ha più rivali

GIRO/IL COLOMBIANO VINCE LA TAPPA DOLOMITICA E CONSOLIDA LA “ROSA”


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di Sandro Benedetti

CORTINA D’AMPEZZO (Belluno). La legge del più forte. Egan Bernal domina la tappa dolomitica, ridisegnata dal maltempo, e ipoteca il 104/o Giro d’Italia di ciclismo. Il colombiano conquista la frazione di Cortina e l’impressione è che, se anche Fedaia e Pordoi non fossero stati cancellati, tutto sarebbe rimasto inalterato. Bernal ha una squadra votata al suo interesse, strada facendo trova alleati importanti, il lavoro della Ef è stato fondamentale per l’esito finale della tappa. E poi, in salita ma non solo, va decisamente più forte di tutti. Il tappone dolomitico, con il maggior dislivello tra tutte le frazioni previste, rimane una tappa breve e intensa dopo la cancellazione per il meteo avverso di Fedaia e Pordoi. Manca un po’ di spettacolo, ma sui passi delle Dolomiti la neve era in agguato. Pericolose soprattutto le discese con quasi 50 chilometri di strade difficili, rese viscide dalla pioggia battente. Giusto salvaguardare la salute dei corridori e, probabilmente, vista la forza di Bernal sarebbe cambiato poco per la lotta alla maglia rosa. Anche se riveduta e corretta la gara è bellissima, onorata al meglio da un campione di carattere e di orgoglio come Vincenzo Nibali. Nell’affrontare la prima salita di giornata, la Crosetta, appena dopo la partenza da Sacile, è un drappello nutrito che si lancia all’attacco. Sono 24 i fuggitivi : il meglio posizionato in classifica l’irlandese Daniel Martin, Israel, a quasi 8' dalla maglia rosa. Sulla Crosetta passa primo Bouchard seguito da Nibali poi l’eroe dello Zoncolan, Fortunato. Ancora una volta è la discesa a rimescolare le carte. Sotto la spinta dello Squalo sono in sei ad allungare.Oltre al siciliano, il compagno di squadra alla Trek Segafredo l’eritreo Ghebreizgabhier, il portoghese Almeida (Quick Step), il basco Izagirre (Movistar), lo spagnolo Pedrero (Movistar), l’italiano della Uae Davide Formolo. Il sestetto al traguardo volante di Caprile ha 4 minuti di vantaggio dal gruppo maglia rosa. Si attende con l’ascesa al Giau. Il freddo è pungente e la discesa dal Giau può essere tanto difficile quanto i quasi 10 chilometri di salita alla media del 9%. All’attacco del Giau prende metri Pedrero a cui replicano Formolo e Nibali. Almeida non tiene il ritmo, sfortunatissimo Izagirre che buca la gomma anteriore e resta in piedi per miracolo. Formolo sale con un rapporto deciso e prende un po’ di vantaggio. Paga Nibali che cede, Pedrero non molla e di agilità rinviene Almeida. Alle spalle dei fuggitivi èlaEFchefalacorsacon l’inglese Carr, compagno e connazionale del capitano Carthy che traina il drappello degli uomini di classifica, maglia rosa compresa. Sotto la spinta della Ef finisce la speranza di classifica del giovane belga Remco Evenepoel che alza bandiera bianca e scivola. È a metà dell’ascesa che si accende Egan Bernal. Il colombiano scala la marcia, innesca un ritmo indemoniato, in un baleno recupera i fuggitivi e va a prendere con facilità il solitario Pedrero. Alle spalle della maglia rosa è bravo Davide Caruso a replicare senza andare fuori giri. Sale del suo passo il siciliano, difende con i denti la sua posizione, Bardet gli resta attaccato, Carthy e Ciccone pagano ma non mollano. Chi fatica terribilmente è Simon Yates che già in salita non tiene le ruote ed è chiamato a difendere la sua posizione di classifica. La discesa verso Cortina consacra le caratteristiche di Bernal, ex medaglia di bronzo ai mondiali juniores di mountain bike. Non prende rischi ma nessuno è in grado di recuperare il gap. Vince a braccia alzate, dietro ci sono Bardet e uno stoico Damiano Caruso. Il siciliano, capitano strada facendo della Bahrain Victorius dopo l’infortunio a Landa, regge l’urto, dimostra carattere e sapienza tattica. È lui l’unico vero avversario di Bernal. Classifica generale. 1. Egan Bernal (Col) in 66h36’04" 2. Damiano Caruso (Ita) a 02’24" 3. Hugh John Carthy (Gbr) a 03’40" 4. Aleksandr Vlasov (Rus) a 04’18" 15. Vincenzo Nibali (Ita) a 21’50". TV/ Oggi il Giro osserva una giornata di riposo

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