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Boxe cacciata dai Giochi

OLIMPIADI/IL CIO NON GARANTIRÀ NEPPURE SOLLEVAMENTO E PENTHATLON



di Alessandro Castellani

ROMA. Le Olimpiadi cambiano e il Comitato Olimpico Internazionale passa dagli avvertimenti ai fatti. Così tre discipline storiche dei Giochi come pugilato, sollevamento pesi e pentathlon moderno (quest’ultima ‘creatura’ del barone De Coubertin) a partire da Los Angeles 2028 escono dalla lista dei ‘code sport’, ovvero quelli che hanno un posto assicurato nel programma olimpico. Per poter tornare ai Giochi dovranno ottemperare a ciò che chiede loro il Cio in fatto di credibilità e trasparenza e poi sperare di rientrare tra gli sport a disposizione del comitato organizzatore. Ma, è bene chiarirlo, dovranno ogni volta ‘sudarsi il posto’. Insomma il Cio ha usato la mano pesante, e del resto i segnali già c’erano, in particolare nei confronti del sollevamento pesi, disciplina a lungo falsata dal doping, e del pugilato definito “bambino problematico” dal presidente del Cio Thomas Bach e da tempo nel mirino, a forza di verdetti scandalo e casi di corruzione, basti pensare alla trentina di giudici e arbitri mandati a casa durante Rio 2016. Ora non rimane che rifarsi una credibilità e, nel caso del pentathlon, diminuire i costi e cambiare format abolendo l’equitazione e cercando di guadagnare appeal fra i più giovani, per attirare i quali entrano in permanenza ai Giochi arrampicata, skateboard e surf. Intanto però chi è stato escluso protesta, in quello che sembra un triathlon delle rimostranze. Va giù duro l’olimpionico del pentathlon Daniele Masala. “Questa decisione è il frutto della poca cultura che pervade il Cio - dice - . Pensare di togliere dalle Olimpiadi discipline come il pugilato o la pesistica che hanno fatto la storia dell’umanità è frutto di grande ignoranza”. “Sono colpito dall’assordante silenzio dei nostri rappresentanti al Cio - aggiunge -. Mi auguro che facciano capire che è più importante la cultura che la politica del modernismo. Così ci avviciniamo a quel 393 dopo Cristo quando l’imperatore Teodosio I, influenzato dal vescovo di Milano Ambrogio, decise di chiudere i Giochi olimpici (perché ritenuti una festa pagana, ndr)”. Amara anche la considerazione specifica sul pentathlon e quanto successo a Tokyo 2020 fra l’allenatrice Kim Risner e il cavallo Sonny Boy: “Quando si considera come violento il gesto, sbagliato, di un buffetto al cavallo, allora vuol dire che non abbiamo più armi. La federazione internazionale con la decisione di eliminare l’equitazione dalla nostra disciplina, ha decretato il proprio fallimento”. E l’esclusione del pugilato? Nino Benvenuti fa sapere di non sentirsela di fare commenti, mentre Patrizio Oliva sottolinea che “non esiste l’Olimpiade senza il pugilato, è assurdo solo pensarlo”. Per il presidente della federboxe Flavio D’Ambrosi, ex arbitro, “questa è una jattura”. Oliva ammette che “in pas- sato sono stati commessi troppi errori”, ma non per questo bisogna penalizzare quei ragazzi e ragazze che ai Giochi sognano di andare. Ma l’Aiba riparerà i guasti del passato? È lecito sperarlo, ma anche dubitarne pensando ai Mondiali post-olimpici, in cui il peso massimo azzurro Abbes Mouhiidine “è stato derubato - come dice Oliva - perché in finale aveva vinto”. Preoccupato l’azzurro del sollevamento pesi Mirko Zanni, bronzo a Tokyo: “Adesso che è stata resa ufficiale questa decisione ci fa temere davvero - ammette -, anche se non è detta l’ultima parola. Ma noi atleti faremo di tutto perchè uno degli sport più antichi non esca dal programma olimpico”. Si è salvato, invece, il tiro, sia a segno che a volo, nonostante certi comportamenti dei vertici dirigenziali della Issf, l’ente mondiale di questo sport, abbiamo fatto arrabbiare il Cio. Ai Giochi, compreso Los Angeles 2028, quindi si mirerà ancora a bersagli e piattelli ma è bene fare molta attenzione.

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