Bronzi che non t'aspetti
- direzione167
- 5 giu 2022
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Olimpiadi/ Ciclismo su strada, sollevamento pesi e judo: altre tre medaglie per gli Azzurri

di Francesco Grant
TOKYO. Si conferma bronzo come a Rio e grida tutta la sua felicità Elisa Longo Borghini, che ha vinto una “corsa pazza” come lei stessa ha raccontato alla fine, 137 km sul percorso del monte Fuji, il vulcano che è la cima più alta del Giappone oltre che una delle tre montagne considerate sacre. L’oro del ciclismo su strada è andato per le donne - a sorpresa - alla trentenne austriaca Anna Kiesenhofer, che è un’affermata studiosa di matematica e fisica. Ieri, andando in fuga praticamente dall’inizio, è riuscita a sbaragliare l’armata olandese guidata da Annekiek van Vleuten, a sua volta ‘evasa’ nei chilometri finali ma e clamorosamente battuta, senza essersi accorta che in testa c’era l’avversaria. “Ho corso con tutte le persone che mi vogliono bene nel cuore” ha detto alla fine della gara la Longo Borghini. L’atleta piemontese, molto soddisfatta per il bronzo, si è detta anche certa che “arriverà il giorno della vittoria”. La van Vleuten ha staccato il gruppo ma è arrivata a 1’15" dalla vincitrice austriaca, non essendosi accorta che l’avversaria era andata in fuga. L’olandese ha alzato le braccia esultando come se avesse vinto, dal momento che contrariamente alle grandi corse del circuito tradizionale, nelle sfide olimpiche non sono consentite le comunicazioni via radio con le auto ammiraglie. Elisa Longo Borghini è arrivata a 1’29". La Kiesenhofer è stata una sorpresa per tutti, dal momento che fino a questo momento lei - ex atleta di thriathlon - era considerata da tutti l’intellettuale del plotone. Ha ottenuto un master in matematica alla prestigiosa università di Cambridge, poi ha presentato la tesi al Politecnico in Catalogna, lavorando poi come ricercatrice. Molto meno vistose le vittorie in sella alla bici, finora: campionessa in Austria nel 2019 su strada e nel 2019 e 2020 a cronometro. Ha salutato le compagne del gruppo nei primi chilometri di gara insieme a 7 colleghe, con il gruppo che le ha lasciate guadagnare fino a 10 minuti di vantaggio ai piedi dell’ultima salita, il colle di Kagosaka. Le fuggitive hanno ceduto una dopo l’altra e l’austriaca si è ritrovata in testa a 30 km dal traguardo, resistendo poi a tutti gli attacchi. La Van Vleuten, che forse avrebbe potuto dare di più per raggiungerla, era convinta che anche la Kiesenhofer fosse stata ripresa dal gruppo e che la vincitrice fosse lei. JUDO - Un ippon di bronzo. Così la romana di Talenti Odette Giuffrida è diventata la prima judoka europea a pren- dere medaglie per due Olimpiadi di segui- to. A Rio 2016 era stata d’argento, ieri si è piazzata terza nella prova dei 52 kg. “Ma non mi fermo qui - giura - e a Parigi sarò d’oro”. Già, in fondo manca solo un triennio e lei è soprannominata ‘Veleno’ fin da quan- do era bambina, perché non stava mai fer- ma, quindi di lasciar perdere, a 27 anni an- cora da compiere, proprio non se ne parla. A interrompere il suo sogno d’oro era sta- ta la giapponese Uta Abe, che l’ha battuta in semifinale, con un ‘uchi mata’ al golden score, e poi è andata anche lei a stabilire un record, quello di vincere l’oro nello stes- so giorno in cui lo ha conquistato suo fra- tello Hifumi, nei 66 kg. Nel ‘tempio’ del tatami, il Nippon Bu- dokan, la festa del team di casa è stata totale, ma anche l’Italia ha buoni motivi per sorridere, nonostante la delusione di Manuel Lombardo, accreditato del nume- ro uno del ranking, e invece sconfitto dal coreano An Baul per il bronzo, dopo aver perso contro il brasiliano di ascendenze venete Daniel Cargnin. Un peccato, però meno male che c’è la romana Odette, so- rella di quel Christian Giuffrida ex bomber del Cervia di ‘Campioni’ e che nel 2016 era a Rio per fare il tifo per la sorella, ma que- sta volta non ha potuto a causa della pan- demia. In famiglia c’è anche un nonno che dipinge, per questo Odette ora dice che “l’ho già videochiamato e mi ha detto che la medaglia me la pittura lui, non importa il colore. Quindi nonno preparati, che me la devi fare d’oro”. Ma c’è stato anche un pianto a fine gara, “uno sfogo per i cinque anni di infer- no che ho passato”, provocati dai ricor- renti problemi a una spalla e da altre vicen- de su cui sorvola. Si può dire soltanto che attualmente è single, intanto ammette che era “venuta qui per l’oro” ma tiene a preci- sare che alla fine “questo bronzo è impor- tante dopo cinque anni duri di tanti cam- biamenti e ostacoli. Insomma, è una meda- glia piena di orgoglio”. Conquistata battendo l’ungherese Reka Pupp, una delle rivelazioni del tor- neo olimpico per aver sconfitto al primo turno la kosovara Majlinda Kelmendi, vin- citrice dell’oro a Rio 2016. Al gong, con la magiara in lacrime, Giuf- frida ha urlato la sua rabbia con i pugni chiusi rivolti verso il cielo. Poi si è ingi- nocchiata sul tatami, commossa per poi sciogliersi finalmente in un sorriso con una dedica al nonno e “a Dio che mi ha dato tanta forza”. E ancora gliene darà, sognan- do Parigi. SOLLEVAMENTO PESI - Un bronzo che pesa, e ripaga di “10 anni di dolori”. La terza medaglia di giornata per l’Italia Team a Tokyo 2020 arriva dal sollevamento pesi e a firmarla è Mirko Zanni che, nella cate- goria 67 kg, è sul podio con 322 kg totali. Davanti a lui soltanto il cinese Lijun Chen (332 kg, con record olimpico) e il colom- biano Luis Javier Mosquera Lozano (331 kg). Il sollevamento pesi azzurro torna a vincere una medaglia olimpica 37 anni dopo l’oro di Norberto Oberburger con- quistato a Los Angeles nel 1984 nei 110 kg. “Non salivamo sul podio delle Olimpi- adi da 37 anni? Sono convinto che sarò l’apripista di una nuova era - è stato il com- mento a caldo dell’azzurro -, arriveranno altre medaglie perché siamo una squadra unita, lavoriamo bene, ci sono atleti im- portanti e seguiamo il progetto della Fede- razione”. “Questa medaglia di bronzo pesa, pesa tantissimo..”, era stato il com- mento a caldo del ventiquattrenne Zanni: “questa medaglia è un premio a 10 anni dolori e di sacrifici”. “Non so in che pianeta sono - ha detto - non potrei essere più felice di così. Que- sta medaglia pesa tanto, sono 10 anni di allenamento intenso, con dolori, gioie sa- crifici, ma tutto ciò che ho fatto finora ora ha un senso”. “Non sapevo di aver sbagliato l’alzata a 172 non me l’avevano detto e io senza occhiali non vedo niente - ha continuato - Sui 177 non ho voluto mollare, so chi c’è a casa, so che cosa sta facendo in questo momento, non potevo mollare... La dedi- ca? A mamma e papà e ai miei amici di Por- denone ma soprattutto a mio nonno che so che era lassù alla mia ultima prova”. Mirko Zanni, 23 anni, di Pordenone, arriva all’appuntamento olimpico da vice- campione europeo in carica. Zanni, che si presenta con un entry total di 330 kg, lot- terà per una posizione importante. I suoi avversari più temibili, almeno sulla carta, sono il colombiano Luis Javier Mosquera Lozano (che si presenta con un totale di 340 kg) la cui ultima apparizione interna- zionale risale ai Campionati Panamericani del 2020 e il cinese Lijun Chen, detentore del record del mondo di totale con 339 kg.
















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