Coni: no alla riforma Spadafora
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
IL CONSIGLIO NAZIONALE VOTA A LARGHISSIMA MAGGIORANZA IL DOCUMENTO CONTRO IL TESTO

ROMA. Un "no" alla Legge di riforma sullo sport così come è concepita. Altrimenti il Coni è pronto "ad ogni tipo di azione legale". Termina così il documento firmato a larghissima maggioranza dal Consiglio nazionale riunitosi appositamente dopo giorni di lavori aperti sul testo. In 5 pagine, toccati tutti i punti nevralgici che il Coni ritiene vitali per il proprio funzionamento e quello del sistema sportivo italiano"Rispetto il Coni, non ho ancora letto il documento, ma la riforma non si fermerà", la replica del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. La situazione di stallo non piace nemmeno al Cio, che attraverso una lettera inviata sabato al ministro, ha fatto sapere che auspica "una soluzione comune" da trovare "per la prossima riunione del comitato esecutivo del Cio di inizio ottobre in modo da evitare ogni ulteriore azione". Nel pomeriggio di ieri, Spadafora si è detto certo che "che le richieste saranno nel merito della legge delega", ma ha anche inteso "spegnere le speranze di chi si augura che la legge si fermi o sia su un binario morto - le parole del ministro M5S in una nota - stiamo procedendo nei tempi previsti, scioglieremo all'interno della maggioranza i pochi nodi ancora da chiarire e sono certo che in Consiglio dei ministri porteremo un testo condiviso e lungamente atteso dalla maggioranza dei lavoratori sportivi, degli atleti degli enti, delle associazioni e delle società sportive". Le richieste del Consiglio nazionale del Coni sono anche funzionali a far fronte alla Pandemia da Covid, e vanno dalla necessità di raddoppiare il finanziamento annuale per il prossimo triennio (da 410 a 820 milioni circa), con la seconda metà extra da destinare allo sport dilettantistico. Passando per la richiesta di assunzione di 12.000 laureati nello sport, fino all'appello accorato di ridefinire la pianta organica del Coni (che sia "non inferiore a 238 unità") in modo da "assicurare il rispetto e l'applicazione della Carta Olimpica, facendo riferimento all'autonomia, alle funzioni e alla responsabilità del Coni". Il documento rileva come la bozza del testo unico di riforma dello sport sia scritta in modo "disarmonico" e senza tener conto "della specificità dello sport", fa riferimento poi anche ad altre problematiche, come la necessità di "risolvere il problema delle palestre scolastiche". Il presidente Giovanni Malagò si sente di escludere lo sciopero generale dello sport ("Non fa parte della mia cultura e del mio modo di essere") e si dice sicuro che c'è "la possibilità di incontrarsi e trovare una sintesi che è nell'interesse di tutti". Si astengono i presidenti federali Paolo Barelli (Fin) e Angelo Binaghi (Fit), oltre al rappresentante degli enti di promozione sportiva. Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha condiviso e approvato la parte politica del documento, quella sull'indipendenza del mondo dello sport, ma con un distinguo molto chiaro: "Sulla parte tecnica condivido le criticità, ma serve un approfondimento delle singole voci con un articolato dettagliato da proporre". Nello specifico ha anche ribadito la sua contrarietà a votare deleghe sull'argomento: "Il presidente del Coni non ha bisogno di deleghe, peraltro sulla parte che riguarda la riscrittura del vincolo, del titolo sportivo e della figura del lavoratore sportivo sono disponibile a dare il mio contributo in termini di idee e proposte concrete". Duri il presidente della Fip Gianni Petrucci ("Legge inapplicabile che soffoca lo sport") e la rappresentante in Consiglio degli atleti, Raffaella Masciadri, che ha espresso "forte preoccupazione di merito e di metodo".
















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