Donne in difesa dell’aborto
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
USA/A MIGLIAIA, DA WASHINGTON A NEW YORK, SCENDONO NELLE STRADE PER LA ROE V. WADE

di Serena Di Ronza
NEW YORK. Migliaia di donne invadono le strade delle maggiori città americane per difendere il diritto all’aborto e la storica sentenza della Corte Suprema che lo ha di fatto legalizzato nel paese. Sono di tutte le età e vogliono che le loro voci siano ascoltate, soprattutto dalla politica alla quale chiedono di difenderle a spada tratta. Delle 600 manifestazioni in tutta America la maggiore è a Washington, non lontano dal Congresso dal quale pretendono rassicurazioni di fronte alle minacce che arrivano da più parti. La prima e al momento la maggiore è la legge shock del Texas, che vieta le interruzioni di gravidanza dopo la sesta settimana anche in caso di stupro e incesto. La norma è entrata già in vigore e finora i tentativi legali per fermarla non hanno avuto successo. C’è poi la più complessa e pericolosa partita della Corte Suprema: i saggi americani ascolteranno l’1 dicembre le argomentazioni contro la legge sulle interruzioni di gravidanza del Mississippi, una delle più stringenti d’America, in quello che è il caso il più importante sull’aborto sul quale la Corte interviene dal 1992. L’udienza è un test cruciale per la Roe v. Wade, la sentenza del 1973 che ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. Il timore diffuso è che la Corte Suprema, a maggioranza conservatrice e di matrice trumpiana, stravolga e capovolga la legge facendo cadere un diritto ormai dato per acquisito. Nonostante la maggioranza degli americani sia contraria allo stralcio della Roe v. Wade, molti conservatori e stati repubblicani premono affinché la Corte Suprema si pronunci, sperando che le tre nomine effettuate da Donald Trump possano far la differenza e regalare loro la vittoria della vita, ovvero l’abolizione dell’ aborto. Un’ipotesi alle quale le circa 40.000 donne americane in piazza non vogliono neanche pensare. “Sono cresciuta con la Roe v. Wade e mi sono sentita sicura. Ora, con questa vicenda del Texas, non lo sono più e quindi manifesto per tutte le altre donne che hanno bisogno di questo servizio”, dice una manifestante di 52 anni, giunta a Washington dall’Indiana per partecipare alla manifestazione. All’inizio del corteo va in scena anche una piccola contro protesta: alcune decine di persone a favore dell’abolizione dell’aborto hanno urlato contro le manifestanti: “Avete il sangue di bambini innocenti sulle vostre mani”. Pur essendo un tema caldo e al centro di un acceso dibattito, le manifestazioni in tutta America attraggono un numero decisamente minore di manifestanti rispetto a quelle dell’era Trump, quando milioni di americane scesero in piazza contro il presidente. Proprio sui numeri dei partecipanti è concentrata l’attenzione della politica, soprattutto dei democratici, che considerano le proteste un test per verificare l’entusiasmo liberal nell’era post-Trump in vista delle elezioni di metà mandato. L’elezione di Joe Biden ha calmato gli animi e reso milioni di americane più sicure: molte hanno staccato la spina dal vortice delle news quotidiane innescato dall’ex presidente tanto da non essere state neanche a conoscenza delle manifestazioni in programma. Molte ammettono di essersi prese una pausa dalla ‘politica’, altre temono per il Covid, altre ancora sono convinte che si siano emergenze più preoccupanti dell’aborto. Un mix di fattori che riduce la partecipazione e preoccupa i democratici, mostrando loro una strada non facile per le elezioni del 2022.
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