Egonu portabandiera
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
TOKYO-OLIMPIADI/L’ATLETA NATA IN VENETO DA GENITORI NIGERIANI: «SFILERÒ PER TUTTI»

PIU’ VELOCE, più alto, più forte, e facciamolo insieme. Nelle Olimpiadi che cambiano il loro motto antico per lanciare nuovi messaggi, quello di Paola Egonu è forte e chiaro. La schiacciatrice del volley azzurro sfilerà nella cerimonia d'apertura dei Giochi più controversi della storia, venerdì prossimo, come portabandiera olimpica: insieme con altri atleti, porterà dentro lo stadio di Tokyo il vessillo dei cinque cerchi che già di per sè rappresenta il senso dell'unità di tutto il genere umano, nei suoi colori e nei suoi continenti. "Mi ritrovo a rappresentare gli atleti di tutto il mondo ed è una grossa responsabilità: attraverso me esprimerò e sfilerò per ogni atleta di questo pianeta", ha detto Egonu, informata della scelta Coni dal suo presidente, Giovanni Malagò, appena atterrato a Tokyo. Una telefonata che ha commosso fino alle lacrime la 22enne azzurra, abituata a emozioni forti da ribalta. E anche a gesti rappresentativi. La schiacciatrice dell'Imoco è infatti diventata - tra Rio 2016 e Tokyo 2020 - simbolo di una generazione di ragazze azzurre sempre più competitive, ma anche di una nazionale aperta all'integrazione in modo assolutamente naturale. Lei nata a Cittadella da genitori nigeriani, ha fatto coppia con la palermitana di origine ivoriane Miriam Sylla, ora capitana azzurra, e con tutte le altre italiane vincenti. Poi nel 2018, dopo esser diventata famosa per aver trascinato con le sue schiacciate la nazionale alla finale del Mondiale (45 punti nella semifinale con la Cina nella giornata più bella), la sua dichiarazione semplice: "Amo una donna". La vittoria è stato averlo fatto con assoluta leggerezza e senza smuovere il triste polverone di insulti, a parte pochi leoni da tastiera, esattamente come oggi all'annuncio della scelta per Tokyo. Il nome Egonu era anche finito nel frullatore dei candidati virtuali a portare la bandiera italiana alla sfilata, poi la scelta è caduta sull'accoppiata Jessica Rossi-Elia Viviani in nome della parità di genere. "Non c'è figura migliore di Paola Egonu per portare alla cerimonia di apertura di Tokyo 2020 la bandiera a cinque cerchi, un grande simbolo mondiale di fratellanza e lealtà, al di là dello sport" il commento del governatore del Veneto, Luca Zaia. "Lei è il simbolo di quanto di meglio lo sport e la società possano presentare oggi: donna coraggiosa dentro e fuori il campo, esempio di perfetta integrazione", ha aggiunto l'esponente leghista, aprendo il coro bipartisan di applausi, da Valentina Vezzali al pd Berruto e al cinquestelle Spadafora ("la scelta supera in un colpo solo tutti i pregiudizi sul colore della pelle, sul genere e sull'orientamento sessuale"). Senza dimenticare il giudizio tecnico che individua nella Egonu la più forte pallavolista al mondo al momento. Campionessa e personaggio, insomma, tanto da diventare modella per Armani e prestare la sua voce come doppiatrice del cartoon 'Soul' della Disney. "Ho lasciato passare qualche ora ma è stato inutile, non riesco ancora a crederci - ha concluso la giornata Egonu, postando la sua foto al villaggio sotto i cinque cerchi - La notizia che ho ricevuto da Giovanni Malagò è stata una delle emozioni più grandi ed intense della mia vita. Difficilmente rimango senza parole. Oggi è un giorno di quelli. Cinque anni per cinque cerchi, scrissi in un post a seguito del rinvio delle Olimpiadi a marzo 2020. Chi avrebbe mai potuto anche solo sognare che sarebbe andata così. A volte, però, la realtà supera i sogni". Così ora Paola potra saltare più in alto, schiacciare più forte e più veloce. Insieme con l'Italia.
















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