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Festa, ma non troppo

Serie A /Lotito striglia la squadra al cenone e annuncia che estenderà il contratto di Sarri



ROMA. Tornare squadra, tornare a “ragionare da collettivo”. La Lazio cerca di fare quadrato, su invito di Sarri e per ripararsi dai tuoni e i fulmini di Lotito. Dopo la cena di Natale, nella quale il presidente ha strigliato la squadra e preso in toto le parti del tecnico, da oggi la Lazio torna a fare sul serio. In campo nella seduta pomeridiana, per preparare la doppia sfida finale prima della pausa: Genoa e Venezia. Maurizio Sarri proprio martedì è stato molto chiaro: “Un regalo sotto l’albero? Sei punti in queste due partite prima della sosta: sarebbe fondamentale, importantissimo. Se pensiamo di risolvere tutto dal mercato siamo fuori strada”, ha sottolineato l’allenatore biancoceleste, che continua a chiedere continuità. Serve reagire dalla sconfitta di Reggio contro il Sassuolo, che ha generato una reazione a catena e una prima strigliata del tecnico toscano a tutta la squadra nella seduta di lunedì. Martedì invece è stato il presidente della Lazio Claudio Lotito a lanciare un duro monito a chi pensa di non assecondare il tecnico, apparso anche piuttosto irritato dal fatto che alcuni giocatori (Marusic, Radu, Milinkovic e Felipe Anderson fra gli altri) erano andati via in anticipo rispetto al saluto conclusivo, e non tutti con ‘giustificazione’ pre-cena: “Voi esistete perché qualcuno vi rende visibili sul piano del rispetto e della considerazione - le parole del presidente ai giocatori presenti -. La gente mi chiede che succede? Succede che non hanno coscienza di dove vivono, gli rispondo io. La Lazio non è un punto di partenza ma un punto di arrivo. Qualcuno di voi questo lo dimentica. Se qualcuno pensa che Sarri è precario si sbaglia di grosso. Anzi, lo dico ora: ho dato mandato ai dirigenti di rinnovarlo per altri due anni”, ha tuonato il presidente laziale. Lo stesso Sarri, poco prima, imbeccato dalla madrina Anna Falchi, aveva osservato: “Se penseremo da collettivo e non da singolo faremo grandi cose, faticheremo a farlo ma ci riusciremo. Io li vedo tutti i giorni i giocatori e so che loro hanno qualcosa in più di quello che stiamo esprimendo. Il responsabile sono io, sono io che devo aiutarli a trovare grandi motivazioni. La maglia della Lazio va rispettata”, le parole dell’allenatore biancoceleste, che ha anche ammesso: “Io gli voglio bene a questa squadra”. Affetto ricambiato subito da Milinkovic-Savic, finora l’uomo in più assieme a Ciro Immobile della prima Lazio “in fase di costruzione”. “Voglio bene anche io al mister, purtroppo non stiamo riuscendo ancora a fare quello che ci chiede ma ci riusciremo”. Il monito di Lotito ha fatto breccia proprio sul capitano: “Sono contento del discorso del presidente per la fiducia rinnovata al mister, non che ce ne fosse bisogno, ma sentirlo direttamente da lui è meglio - ha detto Immobile - La squadra si può concentrare soprattutto sul campo e non pensare ad altre cose. La strigliata ci sta tutta. Siamo una grande famiglia e un padre deve usare delle volte parole forti. Il bastone serve, solo la carota non va bene”.

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