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Fonseca attacca gli arbitri

ROMA/Il tecnico ammette gli errori contro il Sassuolo, “ma in Italia il metro non è uguale”


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ROMA. Domani sera all'Olimpico l'avversario sarà il Bologna, ma in casa Roma a tenere ancora banco è il pesante ko subito a Reggio Emilia. Paulo Fonseca non si nasconde, am- mette le proprie responsabilità tornando però a battere su un tasto già toccato da quando è arrivato nella Capitale, quello della mentalità e della ambizione. Inoltre, a proposito di cose da comprendere, confessa di non aver ancora inquadrato il modus operandi della classe arbitrale italiana. Il portoghese, insoddisfatto dalla pioggia di ammonizioni rimediate a Reggio, prende la questione alla larga ma poi non trattiene la stilettata: "A me non piace parlare di arbitri. Col Sassuolo si è perso perché abbiamo sbagliato. Ma mi è difficile comprendere che una squadra come la Roma abbia tanti cartellini gialli. Ho visto tante partite in Italia e il metro arbitrale non è lo stesso per tutte le squadre". Tornando alla prestazione, il tecnico spiega: "Col Sassuolo è stato soprattutto un problema di atteggiamento legato a come abbiamo iniziato la partita ma abbiamo sbagliato pure tatticamente, io per primo, e la squadra anche tecnicamente - l'analisi a freddo del tecnico portoghese -. Ai giocatori dobbiamo far capire che serve sempre essere ambiziosi se si vuole vincere. In questa stagione ci sono state tre o quattro partite senza la mentalità giusta. Stiamo lavorando per cambiare le cose". Quello che non cambia invece, dopo l'ingresso all'intervallo del ds Petrachi negli spogliatoi del Mapei Stadium, è il modo in cui Fonseca interpreta il suo ruolo di allenatore. "In tutti i momenti sono io a parlare con i giocatori - tiene a ribadire -. Devo aggiungere però che ora che abbiamo perso mi sembra ci sia un grande dramma. È fondamentale essere sempre equilibrati. Si è parlato tanto di questo momento e devo dire che siamo tutti insieme, la società, l'allenatore e giocatori. Senza dubbio". Insomma, mentre fuori dal campo vanno avanti le trattative che porteranno al passaggio di proprietà da Pallotta al gruppo Friedkin, a Trigoria si va avanti compatti sperando di conquistare col Bologna un convincente successo che permetta di voltare pagi- na e allontanare le polemiche come quella legata alle dichiarazioni di Dzeko nel post parti- ta col Sassuolo. "A me sembra che Edin abbia detto che siamo tutti responsabili e che lui è il più responsabile perché è capitano. Non ha parlato solo dei più giovani - è la difesa di Fonseca -. Onestamente non mi sembra che questa si una critica ai giocatori più giovani. Mi sembra più un consiglio. Dzeko in questo momento è il leader dello spogliatoio". Il bosniaco, diventato capitano dopo la partenza di Florenzi, agirà come sempre nel ruolo di centravanti nel 4-2-3-1. Fonseca ha escluso l'inserimento di Kalinic con Dzeko tre-quartista: "Ho pensato anche a questa soluzione, ma non è facile. Potrà succedere durante la gara, ma non dall'inizio". Ecco quindi che alle spalle del n,9, complice la squalifica di Pellegrini, ci sarà uno tra Mkhitaryan e Perotti, mentre Pastore partirà dalla panchina. In mezzo al campo, per man- canza di alternative, agiranno Veretout e Cristante, mentre davanti a Pau Lopez i centrali saranno Mancini e Smalling. Possibile infine il ritorno dal primo minuto di Kolarov a sinistra. "Vediamo domani. Ho uno o due dubbi per la partita, per questo non voglio parlare di giocatori che scenderanno in campo, ma Kolarov è un giocatore con una grande mentalità, un vero leader dello spogliatoio e può essere un'opzione".

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