Gantz incontra Abu Mazen
- direzione167
- 5 giu 2022
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È BUFERA IN ISRAELE. LA DESTRA INSORGE, HAMAS ATTACCA. NUOVE TENSIONI A GAZA

di Massimo Lomonaco
TEL AVIV. A distanza di pochi mesi dal loro primo incontro il ministro della difesa Benny Gantz (nella foto), ha visto di nuovo Abu Mazen e puntualmente è scoppiata la polemica. Ad aggiungere benzina al fuoco la nuova tensione al confine di Gaza dove un cecchino palestinese ha ferito in maniera non grave un civile israeliano non molte ore dopo che Hamas aveva bollato l’incontro tra Gantz e Abu Mazen “una pugnalata alla schiena”. Un fatto che ha provocato la reazione di Israele con tank che hanno risposto al fuoco centrando postazioni di Hamas e ferendo tre agricoltori. Ma anche la destra israeliana - sia di governo sia di opposizione - ha sollevato critiche contro il ministro della difesa. L’incontro di martedì a tarda sera sera è stato il secondo in pochi mesi e si è tenuto a casa di Gantz a Rosh Ha’ayin in Israele dove Abu Mazen non metteva piede dal 2010. Inoltre - secondo analisti - ha rappresentato un chiaro segno della pressione Usa sul governo a Gerusalemme per riavviare i contatti tra le parti. Non va dimenticata a questo proposito la visita in Israele di una settimana fa del consigliere della sicurezza nazionale Usa, Jacke Sullivan, con l’invito al governo del premier Naftali Bennett a fare di più per la situazione in Cisgiordania e a Gaza. Gantz - ha fatto sapere il suo ufficio - nell’incontro con Abu Mazen ha sottolineato “l’interesse comune nel rafforzare la cooperazione di sicurezza, salvaguardando la stabilità e prevenendo il terrorismo e la violenza”. Parole chiaramente dirette alla recrudescenza, nelle ultime settimane, di attacchi palestinesi contro israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme. Non a caso all’incontro - durato 2 ore e mezzo - hanno partecipato il capo del Cogat (Organismo di governo israeliano nei Territori) generale Rassan Aliyan, il ministro palestinese degli affari civili Hussein al-Sheikh e il capo della sicurezza palestinese Majed Faraj. Sul tavolo anche i temi civili: Al-Sheikh ha annunciato che Israele si è impegnato a dare circa 10mila certificati di ricongiungimento familiare per persone che vivono in Cisgiordania senza, finora, il riconoscimento israeliano. L’incontro non è andato, tuttavia a genio, alla destra: il ministro dell’edilizia Zeev Elkin - che fa parte di ‘Nuova speranza’ guidato da Gideon Saar - ha detto che il gabinetto non era stato informato. “Non avrei certo invitato a casa mia - ha denunciato - qualcuno che paga i salari ad assassini di israeliani e che vuole anche portare alti ufficiali dell’esercito, ministro Gantz compreso, davanti al Tribunale penale dell’Aja”. Ma il dissenso pare più esteso: come in occasione della prima volta, anche per questa Bennett non è apparso contento. Secondo la tv Kan, il premier - che si oppone alla ripresa di trattative con i palestinesi - pur consapevole dell’incontro ha criticato l’appuntamento ed ha espresso dispiacere che si sia svolto nella casa del ministro. A difendere a spada tratta l’incontro è stato invece Al- Sheikh. “L’ultima possibilità prima dell’esplosione e di ritrovarci - ha scritto su twitter - in un vicolo cieco. E’ un serio e audace tentativo di un percorso politico basato sulla legittimità internazionale e la fine dell’escalation contro i palestinesi”.
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