Giochi sul filo del rasoio
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
TOKYO 2020/OLIMPIADI A RISCHIO. MALAGÒ: “ENTRO GIUGNO CAPIREMO”

ROMA. Il tempo per le Olimpiadi stringe, ma non è ancora il momento di prendere decisioni definitive. Dopo l'incontro di martedì (in coference call) con i capi delle federazioni sportive, ieri il numero uno del Cio Thomas Bach ha sentito in teleconferenza anche i capi dei comitati olimpici europei, e ha avuto il via libera alla linea di attesa - con l'invito agli atleti di continuare a prepararsi ai Giocni - prima di decidere qualunque cosa su Tokyo 2020."Non esiste una deadline per le Olimpiadi" ha detto Giovanni Malagò, che è stato il primo a intervenire. "Non può esistere: al momento non abbiamo un orizzonte temporale, su questo Bache è stato chiaro e trasparente. Ma basta applicare il buon senso: chi sa di questo mondo, sa che per capire se Tokyo 2020 può svolgersi come programmato non si può andare oltre l'ultima settimana di maggio o la prima di giugno". La riunione Cio-comitati è servita a ribadire "il rispetto religioso della salute di tutti", per il resto "si naviga a vista".La giornata si era aperta con l'attacco via twitter di Hayley Wickenheiser, canadese, 4 volte oro olimpico nell'hockey, membro Cio in quota atleti. Per l'ex campionessa i piani per Tokyo sono "insensibili e irresponsabili". Parole rivolte a Bach, che martedì aveva invitato gli atleti a "continuare la preparazione" perché "con oltre 4 mesi, non è necessario prendere decisioni drastiche ora".Anche altri sportivi non hanno nascosto perplessità su quanto sta accadendo. La greca Katerina Stefanidi, oro nell'asta a Rio, accusa il Cio: "Sta rischiando la nostra salute. Non si tratta di come andranno le cose fra 4 mesi. Si tratta di come stanno le cose adesso. Il Cio vuole che continuiamo a rischiare la nostra salute, quella della nostra famiglia e la salute pubblica per allenarci ogni giorno? Ci sta mettendo in pericolo proprio ora, oggi, non fra 4 mesi." Mentre la 27enne britannica Katarina Johnson-Thompson, iridata di eptathlon, sottoli- nea che l'allenamento è "impossibile". Lei è tornata nel Regno Unito dalla sua base di allenamento in Francia a causa del blocco del Paese: "Il Cio incoraggia gli atleti a prepararsi al meglio con le Olimpiadi a soli 4 mesi di distanza, ma le leggi impongono l'isolamento in casa, con piste, palestre e spazi pubblici chiusi. Mi sento sotto pressione, è impossibile allenarmi e mantenere la stessa routine ".Jessica Judd, mezzofondista britannica, finalista nei 5.000 metri ai Mondiali 2019, ha twittato: "Come diamine dovremmo continuare a prepararci al meglio, se non sappiamo nemmeno quali gare possiamo fare per ottenere i tempi, e quando ci si potrà allenare normalmente".Il Cio però è rimasto sulle sue posizioni, e a stretto giro ha ribadito che "questa è una situazione eccezionale che richiede soluzioni eccezionali" e si impegna "a trovare una soluzione con il minor impatto negativo per gli atleti, proteggendo nel contempo l'integrità della competizione e degli atleti. Nessuna soluzione sarà ideale in questa situazione, ed è per questo che contiamo sulla responsabilità e lasolidarietà degli atleti". Il resto è emerso alla riunione di ieri. "Tuttii comitati olimpici europei - ha detto Malagò - hanno dato il loro totale assenso alle linee guida del Cio verso Tokyo 2020, ma fino a quando non sappiamo dirlo". E intanto il 26 marzo giunta straordinaria del Coni, in teleconferenza, con Spadafora. "Vedremo a che punto stiamo".
















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