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Il Pil americano corre

NEL SECONDO TRIMESTRE +6,6%. BANCHIERI RIUNITI A JACKSON HOLE



di Serena Di Ronza

NEWYORK. L’economia americana corre: la crescita nel secondo trimestre è rivista al rialzo al +6,6% dal +6,5% inizialmente previsto. Un balzo importante che, pur deludendo le attese, mostra un’accelerazione sostenuta. Ma sulla ripresa statunitense si agita lo spettro della variante Delta, responsabile di un nuovo significativo incremento dei contagi e dei ricoveri. E’ in questo contesto di crescita forte e incertezza da Covid che si apre il vertice dei banchieri centrali di Jackson Hole. Al consueto appuntamento fra le Rocky Mountains, che si tiene in formato virtuale per il secondo anno consecutivo, gli occhi sono puntati tutti sul presidente della Fed: a Jerome Powell spetta il compito di illustrare le mosse e la strategia della Fed, stretta nella morsa di un boom economico e di una volata dell’inflazione, schizzata a livelli non visti da decenni. In Wyoming Powell si presenta alla guida di una Fed in cui il dibattito sul tapering, ovvero la riduzione degli acquisti di asset, è da poco in corso e non è ancora approdato a conclusioni in seguito al confronto acceso fra le colombe e i falchi della banca centrale americana. Almeno tre membri della Fed - il presidente della Fed di St. Louis James Bullard e quelli di Dallas e Kansas City, rispettivamente Robert Kaplan e Esther George - sono favorevoli a un tapering a stretto giro alla luce dei forti progressi conseguiti dall’economia. Secondo Bullard la ripresa statunitense è accelerata a tal punto da non avere più bisogno di così tanti stimoli come quelli attuali: la Fed, per questo, dovrebbe avviare il tapering e terminarlo nel primo trimestre del 2022. Seguire questa strada consentirebbe alla Fed di aver più opzioni a disposizione. Sulla stessa linea George, convinta che ora sia il momento giusto per dare il calcio di inizio alla riduzione degli acquisti, e Kaplan. “Ritengo che quando ci riuniremo in settembre sarà il momento giusto per annunciare una revisione degli acquisti da iniziare a eseguire in ottobre o poco dopo”, dice Kaplan. Gli investitori inizialmente prevedevano che Powell avrebbe usato Jackson Hole per spianare la strada al tapering, ma alla luce delle divisioni interne alla Fed e del deteriorarsi della situazione del Covid l’idea sembra ormai tramontata. L’ipotesi ora più accreditata è che Powell usi il palco per spiegare come la Fed vede i rischi legati alla variante Delta, al rapido aumento dell’inflazione e i progressi del mercato del lavoro. E come questi tre tasselli si inseriscono nell’approccio ‘paziente’ della banca centrale alla politica monetaria. Per la Fed e Powell quindi un test impegnativo considerato che da Jackson Hole il presidente della banca centrale aveva dichiarato lo scorso anno che la Fed non avrebbe più alzato i tassi per raffreddare l’economia fra il calo della disoccupazione e il previsto aumento dell’inflazione. Negli ultimi 12 mesi però le significative spese del governo hanno spinto i consumi, la crescita e anche l’inflazione. Tirato per la giacchetta dalle due anime della Fed - i falchi da un alto e le colombe che vogliono una politica espansiva dall’altro - Powell è convinto che l’economia continui ad aver bisogno degli stimoli della Fed di fronte a una situazione nuova e mai vista e ai rischi esistenti. Fra questi la variante Delta che agita anche la Bce. “La diffusione delle nuove varianti del Covid 19 continua a essere una delle principali preoccupazioni per la ripresa economica globale e dell’area euro”, si legge nei verbali dell’ultima riunione dell’Eurotower di luglio, nei quali si osserva come il mercato del lavoro, duramente colpito dalla crisi del Covid, sembra essere avviato verso una robusta ripresa nei prossimi mesi. Le borse alla finestra attendono l’intervento di Powell, mostrandosi nervose per la situazione in Afghanistan che non fa altro che aggiungere tensioni in un quadro complesso aumentando quell’incertezza nemico giurato delle piazze finanziarie.

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