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Il sogno si allontana

CORONAVIRUS/La speranza che il calcio possa ripartire in tempi brevi si fa sempre più flebile



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ROMA. Atre settimane da quel Juventus-Inter che verrà ricordata non come un big match scudetto ma come lo spartiacque tra un mondo e un altro, padroni e attori del calcio tricolore si affacciano su un futuro pieno di incognite e preoccupazioni. La speranza di ripartire con i campionati in tempi accettabili si fa sempre più flebile, in attesa che oggi il governo e il ministro Vincenzo Spadafora proroghino i termini dello stop generalizzato. Niente da fare per il 3 maggio, ha preannunciato lo stesso Spadafora, che proporrà di bloccare tutta l'attività sportiva, allenamenti compresi, fino al 30 aprile. In questo vuoto totale rischiano di precipitare le società, che da un lato chiedono aiuto all'esecutivo e dall'altro cercano tagliare le spese intervenendo sulla voce più consistente, gli stipendi dei giocatori. La partita avrà oggi un suo momento importante con l'incontro (ovviamente in conference call) tra la Lega SerieA e l'Associazione italiana calciatori, che ascolterà e valuterà le risposte dei club. Intanto però a dare una traccia forte è stata la Juventus, che ha agito in contropiede rispetto alle altre trovando un sostanzioso accordo con i suoi campioni e staff per circa 90 milioni di risparmi. Un modulo di gioco che è piaciuto al presidente della Figc, Gabriele Gravina, che lo ha definito "un esempio per tutto il sistema" e ha ringraziato giocatori e tecnico che "hanno posto l'interesse generale al centro della della loro interlocuzione con il club". "L'unità e la solidarietà - ha continuato - sono la prima grande risposta all'emergenza, che rischia di essere ancor più grave se non si dovesse tornare a giocare. Solo il contributo di tutti i protagonisti, ognuno per la sua parte, renderà il calcio più forte". La partita di oggi non si preannuncia comunque facile e rischia di essere poco più di un calcio di inizio, perchè il modulo Juventus non piace a tutti i club e nemmeno all'Aic, che deve tutelare interessi molto diversi, e trovare una auspicata soluzione comune rischia di richiedere molto tempo e pazienza. "Ritengo non sia il momento di fare polemi che e demagogia". Così il presidente della Lega SerieA, Paolo Dal Pino, replica al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che in un'intervista ha osservato che "lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la SerieA". La Lega ricorda che "la Serie A da sempre svolge un riconosciuto ruolo di locomotiva del comparto, producendo direttamente ogni anno circa 3 miliardi di euro di ricavi totali e generando un indotto di 8 miliardi a beneficio dell'intera piramide calcistica, oltre a una contribuzione fiscale e previdenziale di un miliardo di euro". La Lega Serie A in un comunicato sottolinea che "in Italia oltre 32 milioni di appassionati seguono il calcio, un fenomeno sociale ed economico che dà lavoro a più di 300mila persone generando l'1% del Pil nazionale. La SerieA- prosegue la nota - da sempre svolge un riconosciuto ruolo di locomotiva del comparto, producendo direttamente ogni anno circa tre miliardi di ricavi totali e generando un indotto di otto a beneficio dell'intera piramide calcistica oltre a una contribuzione fiscale e previdenziale di un miliardo di euro". "In questi anni - si sottolinea - l'importo contributivo e solidaristico della SerieA, per lo sviluppo dell'impiantistica, per la valorizzazione dei settori giovanili e per sostenere sport diversi dal calcio, è sempre cresciuto: dai 93 milioni che la Lega Serie A destinava nel primo anno della sua fondazione nel 2010, agli oltre 130 che saranno versati al termine dell'attuale stagione. Cifre importanti, sulle quali si regge l'intera filiera, che la Lega Serie A spera di continuare ad erogare anche per il futuro, a salvaguardia di tutto il movimento calcistico".Infine il comunicato si conclude con una dichiarazione di Dal Pino. "Con riferimento alle odierne affermazioni del Ministro dello Sport Spadafora ritengo non sia il momento di fare polemiche e demagogia - ha affermato il presi- dente della Lega Serie A -. I numeri sopra riportati parlano da soli e non serve aggiungere altro per evidenziare il ruolo della Lega Serie A a sostegno del calcio di base e indirettamente di tutto lo sport italiano".

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