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Il Tour parte in «zona rossa»

OGGI IL VIA ALLA CLASSICA CORSA FRANCESE SCONVOLTA QUEST’ANNO DALLA PANDEMIA


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ROMA. La corsa in giallo parte in zona rossa. In questo 2020 sconvolto dalla pandemia anche il Tour de France si è adeguato alla situazione, slittando di quasi due mesi e accettando tutte le restrizioni imposte dalle autorità sanitarie per una carovana che smuove migliaia di persone e ne attrae milioni sulle strade percorse dai corridori. La recrudescenza del morbo in Francia ha fatto il resto, con la città ospitante del "Grand Depart", Nizza, che è stata costretta a imporre ieri protocolli sanitari più rigidi, poiché l'intera regione Alpi Marittime è stata riclassificata come 'zona rossa’ Covid-19. Sarà così riservato a pochissimi il privilegio di assistere alla partenza della prima tappa. Sulla Promenade des Anglais saranno solo in 100, tutto personale del comune premiato dalla amministrazione per il duro lavoro fatto in questi mesi. Tantissimi i divieti, specialmente rivolti a quei campeggiatori e camperisti che assaltano le montagne in attesa dell'arrivo dei campioni. "La gente dovrebbe stare a casa e guardare la televisione, ma se tifare usate le mascherine", ha detto il prefetto locale, Bernard Gonzalez, che però non è arrivato a vietare alle persone di radunarsi sul ciglio della strada. Chiunque sia coinvolto nell'organizzazione del Tour è stato sottoposto al tampone nasale. "E 'spiacevole ma necessario. Dopotutto, siamo tutti pronti a correre", commenta il capitano colombiano dell'Astana Miguel Angel Lopez. Molto sarà ridotto in questo Tour, ma non la durezza del percorso nei 21 giorni di gara, che oggi nella prima tappa vedrà probabilmente un arrivo in volata per l'assegnazione della prima maglia gialla. Tra gli aspiranti c'è anche Elia Viviani, che corre ora con la francese Cofidis, team che non vince una tappa da dodici anni. "Questo è probabilmente il motivo per cui ora sono con la maglia della Cofidis - ha scherzato il campione olimpico azzurro -. Non sento la pressione di questi dodici anni, ma sarei orgoglioso di essere colui che pone fine al digiuno di Cofidis". I primi sette giorni di gara saranno più favorevoli ai velocisti, mentre le prime salite arriveranno nella tappa 8 e 9 con gli arrivi a Loudenvielle e Laruns. Nella seconda settimana ci si avvicinerà pian piano alle montagne, dominanti nella terza ed ultima, dove si comincerà a fare sul serio per la conquista della maglia. Ultimo e forse decisivo sforzo darà la cronoscalata della penultima tappa prima della kermesse finale di Parigi. I pronostici danno per favoriti il campione uscente Egan Bernal e il vincitore della Vuelta 2019, Primoz Roglic, che ha sciolto i dubbi solo pochissimi giorni fa. Entrambi sono sostenuti da squadre possenti. Tanti gli outsider, che magari potranno approfittare della imprevedibilità di una stagione stravolta nella preparazione e anche dal meteo più incerto di settembre. Oltre a Viviani, il gruppetto degli italiani in gara punta soprattutto a successi di tappa e magari indossare per qualche giorno la maglia gialla. In evidenza Matteo Trentin e Sonny Colbrelli, ma ci si aspetta tanto anche da Giacomo Nizzolo, reduce dalla doppietta campionato nazionale-campionato europeo. In agguato c'è anche Fabio Aru, che però non sembra avere chance se non di qualche successo parziale.

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