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Inghilterra, aria di storia

SEMIFINALI/SOUTHGATE CERCA LA GLORIA: L’ULTIMA FINALE RISALE AL 1966


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LONDRA (Inghilterra). Anche i pub resteranno aperti più a lungo, per spingere simbolicamente i Tre Leoni verso la prima finale europea della loro storia: cresce l’attesa sull’isola per la semifinale contro la Danimarca, che mercoledì potrebbe riscrivere la storia del calcio inglese. Al di là della vittoria del Mondiale del 1966, gli inglesi - che pure si piccano di aver codificato le regole del football - non hanno più raggiunto una finale di un torneo continentale. Anche per questo motivo la gara contro la squadra di Kasper Hjulmand è carica di aspettative, come un appuntamento con la storia che non si può proprio mancare. Tante, troppe le coincidenze favorevoli che alimentano l’ottimismo della vigilia, a cominciare dall’ottimo rendimento mantenuto fin qui dai ragazzi di Gareth Southgate, approdati tra le migliori quattro d’Europa senza aver subito gol al passivo (un record). Ma non solo: sei gol negli ultimi 180 minuti, nel momento cruciale del torneo l’Inghilterra sembra aver ritrovato d’incanto la via della rete. L’ultimo tassello mancante per legittimare le rinnovate ambizioni della più giovane squadra dell’Europeo, ora indicata dai bookmakers come la grande favorita. Anche perché, diversamente dagli avversari, gli inglesi potranno contare sul fattore campo, sul caloroso sostegno di Wembley, che rimarrà - anche nell’eventuale finale di domenica prossima - a (quasi) esclusivo appannaggio dei tifosi autoctoni per via delle perduranti restrizioni ai collegamenti internazionali. Un vantaggio non indifferente per una nazionale che nello stadio londinese non subisce reti da 10 partite (europee) di fila, tra qualificazioni e fase finale. “Abbiamo una fantastica opportunità - ha ammesso Gareth Southgate -. È davvero l’occasione per fare la storia, potremmo raggiungere un traguardo che non abbiamo mai ottenuto prima d’ora in un campionato europeo. Comunque siamo pronti, non vediamo l’ora di scendere in campo e sappiamo che ci sarà un tifo incredibile, perché abbiamo un intero paese dietro di noi”. Terzi nel 1968, due anni dopo il trionfo mondiale, eliminati in semifinale nell’Europeo di casa del 1996, Kane e compagni vogliono diventare la tredicesima finalista nella storia degli Europei. Un epilogo che confermerebbe la parabola ascendente dei Tre Leoni, iniziata con l’arrivo in panchina di Southgate nel 2016 dopo il triennio alla guida della rappresentativa Under 21: prima la semifinale mondiale in Russia, quindi il terzo posto nella Nations League, ora nuovamente una semifinale di prestigio. Con una squadra giovanissima - solo sette giocatori tra i 24 convocati hanno già compiuto 28 anni - che sembra avere ulteriori margini di crescita. “È un’altra sfida che attende i miei ragazzi, che finora si sono sempre dimostrati all’altezza, superando ogni difficoltà. La Danimarca? L’abbiamo affrontata due volte lo scorso autunno, senza mai batterla. Conosco il loro valore, sono una squadra molto solida ed or- ganizzata. Confermandolo anche in questo campionato. Sarà una partita fantastica da giocare”. Archiviate le prime tre prestazioni opache, senza gol né sussulti, il capitano Harry Kane ha ritrovato - al momento propizio - la consueta confidenza col gol: tre nelle ultime due uscite, dopo le 10 reti messe a segno nel girone di qualificazione. In attesa di scopri- re quale maglia di club indosserà la prossima stagione, con il Manchester City che resta il principale pretendente, alza l’asticella degli obiettivi. “Nessuno sottovaluta la Danimarca, al contrario - le parole del centravanti inglese -. Ma dobbiamo concentrarci soprattutto su noi stessi. Abbiamo la fortuna di giocare una semifinale europea in casa, è una grande opportunità che deve solo trasmetterci energie positive, e non pressioni negative. Sappiamo che se giocheremo come sappiamo, avremo ottime possibilità. Sarebbe incredibile arrivare in finale. Mi dispiace che non ci sia Eriksen, che è un mio buon amico, ma gli mostreremo il nostro supporto”.

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