Italia come la Spagna
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
EUROPEI/Spagna, il ct Enrique: “Attaccano e difendono di squadra come facciamo noi”

LONDRA (Inghilterra). Esuberante nella manovra, prolifica sotto porta, ma anche sprecona e a tratti ingenua, inevitabile conseguenza della giovane età: dopo nove anni la Spagna ritrova la semifinale in un torneo internazionale, e contro l’Italia - l’avversario della tradizione - insegue la quinta finale continentale. Come la Germania, anche La Roja ha vinto tre volte l’Europeo, l’ultimo acuto però risale al 2012, quando in finale travolse gli Azzurri di Cesare Prandelli. Nel 2018, dopo la disastrosa parentesi con Fernando Hierro in panchina, a Luis “Lucho” Enrique è stata affidata la ricostruzione, che l’ex tecnico della Roma ha tradotto in un radicale ringiovanimento di quella che oggi viene chiamata “la nazionale della scuola”: la maggioranza dei 24 giocatori che compongono l’attuale rosa sono stati compagni nelle rappresentative giovanili, vincendo in totale 22 trofei. Nella condivisione di un’idea di gioco prettamente offensivo, che Enrique ha reso ancor più estremo, come confermano i numeri: dopo cinque partite, la Spagna non solo è la squadra che ha fatto più gol (12, uno in più dell’Italia), ma anche quella che ha costruito più occasioni da rete, ha avuto il maggior possesso palla (67.2%) e la migliore percentuale di passaggi realizzati (89.4%). “Voglio che i miei giocatori vivano questa semifinale con gioia, sappiano godersela - dice il ct spagnolo - Perché è bello giocare partite così importanti con la propria nazionale, io non ho mai avuto questa fortuna da giocatore”. Superati i tentennamenti iniziali, contro Svezia e Polonia, Morata e compagni si sono scatenati, rifilando cinque gol sia alla Slovacchia che alla Croazia (negli ottavi), prima squadra di sempre ad esserci riuscita in un Europeo, quindi eliminando ai rigori la Svizzera, dopo aver sprecato mille occasioni da rete. È questo il limite principale degli spagnoli, bravi a costruire quanto approssimativi nella finalizzazione. “Ma io sono incredibilmente orgoglioso dei miei giocatori, che hanno saputo dimostrare una enorme resilienza nei confronti delle avversità che ci sono capitate. E poi, non mi pare che facciamo pochi gol”. In effetti la Spagna ha già segnato lo stesso numero di reti, che nel 2012 erano bastate per confermarsi, per la seconda volta consecutiva, sul tetto d’Europa. Se Wembley non è uno stadio propizio per gli spagnoli, dove hanno perso cinque volte nelle nove precedenti apparizioni, il nuovo corso targato Enrique è partito proprio dallo stadio londinese, con la vittoria in amichevole sull’Inghilterra. Mentre è in perfetta parità il bilancio contro l’Italia: nei 37 scontri diretti, 11 vittorie a testa. “L’Italia non solo ha grandi giocatori, ma ha dimostrato di essere una vera squadra - i complimenti del ct spagnolo - . Attaccano e difendono assieme, in modo molto simile al nostro. E poi pressano alto, come non ti aspetti da una squadra italiana. Sarà una partita molto interessante, entrambe le squadre immagino avranno i loro momenti. L’Italia è una nazione che amo in tutto e per tutto. Giocare contro l’Italia è sempre un piacere”. Dopo l’allenamento di rifinitura effettuato nel centro sportivo di Las Rozas, a Madrid, solo nel tardo pomeriggio la Spagna è volata a Londra, dove spera di restare fino a domenica. “Siamo molto orgogliosi del nostro cammino. Ma sarebbe ridicolo pensare che siamo appagati, a questo punto - come qualsiasi altra semifinalista - l’obiettivo è arrivare in finale”, la promessa di Enrique.
















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