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La Roma rischia tutto

Europa League/I giallorossi di Fonseca impegnati stasera con il Manchester United


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VINCERE l'Europa League per la Roma significherebbe cambiare il punto di vista di una stagione fin qui dai due volti. Quello sciatto e distratto del campionato, rispetto a quello limpido e immacolato dell'Europa League. Un cammino che ha condotto la squadra di Fonseca fino in semifinale con il Manchester United. "Non capita tutti i giorni giocare partite così" va ripetendo da settimane Dzeko, ma lo sa anche Paulo Fonseca che da tempo ha deciso di puntare tutto sulla coppa trascurando la Serie A e ne sono coscienti i tifosi che hanno voluto incoraggiare la squadra prima della partenza per la Gran Bretagna. In 1500 fuori Trigoria per caricare la Roma con cori e fumogeni. "Anche se non sentirete la nostra voce guardate la lupa che avete sul petto" recitava lo striscione esposto su Piazzale Dino Viola. Non si è fatta attendere la squadra che, capitanata da Pellegrini, Mancini, Cristante, Spinazzola, El Shaarawy e Veretout, si è affacciata dalle terrazze del centro sportivo per ricambiare il saluto ai tifosi. Sul volo si è imbarcato anche Mancini nonostante la squalifica. Un modo per fare gruppo nel momento decisivo della stagione. D'altronde Fonseca non si nasconde: "È la gara più importante della mia carriera, per noi è una grande opportunità". Per questo l'atteggiamento non dovrà essere quello visto in campionato, ma nemmeno nella gara di ritorno con l'Ajax. "Non mi piace giocare di rimessa. Può capitare come nei quarti, ma a Manchester non andremo per difenderci" ha spiegato il portoghese che dalla squadra vorrà vedere "coraggio, iniziativa e possesso palla per tenere lo United lontano dall'area". Per farlo si affiderà ai titolarissimi (ma senza Pedro, El Shaarawy e Calafiori out per infortunio). Da Pau Lopez in porta al terzetto difensivo composto da Ibanez, Cristante e Smalling. A centrocampo si rivedono Karsdorp e Spinazzola sulle fasce con la coppia Diawara-Veretout in mezzo, mentre Mkhitaryan e Pellegrini si muoveranno alle spalle di Dzeko. E proprio dai piedi di Edin passerà molto della qualificazione. Dal 2017 ha segnato undici gol su 19 partite giocate nella fase a eliminazione diretta nelle competizioni europee e quasi sempre le sue reti sono coincise con un passaggio del turno. Inoltre con lo United, memore degli anni nel City, ha sempre avuto un certo feeling. Sette i gol inflitti fin qui ai Red Devils, uno anche con la maglia del Wolfsburg in Champions League. Gli manca con la divisa giallorossa e oggi a Old Trafford potrà rimediare subito. Sarebbe un modo per cancellare le frizioni nate a inizio anno con Fonseca e provare a chiudere l'avventura nella Capitale con un trofeo, unica vera e grande mancanza della sua esperienza. Insomma, un canto del cigno che sarebbe più dolce, così come per l'allenatore. Le strade, infatti, anche in caso di vittoria dell'Europa League starebbero per separarsi. Maurizio Sarri è già pronto per rilevarne la guida tecnica, ma a Trigoria si sono ripromessi di riparlarne solo più avanti. Ora la testa è rivolta esclusivamente alla coppa perché se la Roma dovesse alzare al cielo il trofeo il 26 maggio a Danzica, sarebbe la prima italiana a riuscirci da quando la competizione si chiama Europa League.

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