Martin riapre i giochi, Bernal soffre
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
GIRO D’ITALIA/L’IRLANDESE VINCE IL «TAPPONE» E METTE IN DIFFICOLTÀ IL LEADER DELLA CORSA

ROMA. Sega di Ala riapre un Giro d'Italia che tutti davano ormai per già per chiuso. A trionfare sul traguardo della 17/a tappa di 193 chilometri partita da Canazei è Daniel Martin: il corridore irlandese della Israel Start-Up Nation fa la differenza sulla salita finale di 11,2 km tra il Trentino e il Veneto con una pendenza media del 9,8% e con punte fino al 17%, mentre Simon Yates mette in crisi la maglia rosa Egan Bernal recuperandogli un minuto in classifica generale. Secondo posto per un ritrovato Almeida, terzo appunto il britannico capitano della Team BikeExchange e poi un super Diego Ulissi, capace di precedere Damiano Caruso e un Bernal in chiara difficoltà che deve dire grazie suo compagno di squadra Daniel Martinez se è riuscito a limitare i danni. Staccati Carthy, Bardet e soprattutto Vlasov, mentre Ciccone paga a caro prezzo una caduta in discesa nella quale sono stati coinvolti Nibali, Ghebreigzabhi e Evenepoel. Una tappa spettacolare fin dall'inizio con un avvio velocissimo. A lanciare la prima fuga a 51 chilometri dal via a Canazei sono un gruppo di corridori tra cui Geoffrey Bouchard, Simone Ravanelli, Giovanni Carboni, Dries De Bondt, Luis Leon Sanchez, Gianni Moscon Valerio Conti e Alessandro Covi. Sulla salita verso Passo di San Valentino rimangono in avanscoperta Martin, Moscon, Bouchard e Pedrero, raggiunti poi da Carboni e Ravanelli. Ma verso Sega di Ala il loro vantaggio crolla. Sulla salita decisiva, l'affondo solitario di Martin e poi l'esplosione clamorosa della corsa. A 3.300 metri dalla cima della Sega di Ala il Giro improvvisamente si riapre. La maglia rosa, quell'Egan Bernal che fino alla vigilia pareva di un altro pianeta, non reagisce al terzo scatto di Yates ed entra improvvisamente in crisi. Il colombiano non riesce ad agganciare la ruota del compagno Daniel Martinez costretto a rallentare fino quasi a fermarsi per attenderlo e si irrigidisce sui pedali, raggiunto dopo poche centinaia di metri da Damiano Caruso che ha preso la salita in progressione. Per il vincitore del Tour 2019, l'ultimo tratto di salita è un'agonia. Mentre Martin va a vincere (primo irlandese a conquistare una tappa in ciascuno dei tre grandi giri) e Yates guadagna terreno, Bernal sembra l'ombra del dominatore del Giau. Al traguardo Egan perderà 53" da Yates e 3" da Caruso che nel finale riesce a guadagnare spazio sul rivale. La classifica cambia (Caruso sempre secondo a 2'21", Yates che fa un balzo in avanti dal 5° al 3° posto a 3'23") ma più che i distacchi, ancora importanti, va considerata la crisi di Bernal che dovrà affrontare le due tappe di montagna rimanenti venerdì e sabato e poi la cronometro finale di Milano. "Sono comunque soddisfatto - ha spiegato Bernal -perché questa non è stata la mia migliore giornata e comunque non ho perso terreno su Caruso che è il secondo in classifica. È un'altra giornata superata. Errori? Yates andava fortissimo e ha fatto una salita impressionante. Lui è più bravo di me su strade così ripide e ho sbagliato a inseguirlo ma il mio compito era controllare Caruso". E Yates lo aveva promesso che avrebbe provato a riaprire riaprire il Giro: "Abbiamo cercato di fare la differenza, è stata una tappa bellissima, finalmente con il bel tempo e quando c'è il sole io sto bene. Bernal? Un giorno negativo può capitare a tutti e poi ha un grande vantaggio su di me
















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