Messi-Barcellona, è ancora ansia
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
LA «PULCE» SEMPRE PÙ INDECISA: NON SO SE RESTO. MA HA UN’IDEA DI CHI LO VUOLE

ROMA. "Non so se andrò via o resterò al Barcellona, aspetterò che la stagione finisca. Non ho niente di chiaro in testa". L'ultimo capitolo della lunga intervista di Lionel Messi con l'emittente La Sexta è quello riguardante il futuro del sei volte Pallone d'Oro, che ha confessato di non aver ancora deciso. Forse attende il risultato delle elezioni presidenziali del Barça ("non ne parlo, già si dice che nel club comando io, figurati cosa direbbero se mi schierassi a favore di un candidato"), per le quali vuole a correre il suo compagno di squadra e amico Gerard Piqué. Di sicuro, i nodi su cosa avverrà la prossima estate non sono stati ancora sciolti. Quindi, fa capire la Pulce, è meglio concentrarsi sul presente, ancora colorato di 'blaugrana’: "L'importante ora è pensare alla squadra - sottolinea Leo, al quale il club ha concesso dei giorni di riposo extra per problemi a una caviglia -, a fare bene nei prossimi sei mesi e chiudere bene la stagione, provando a raggiungere nuovi trofei senza farmi distrarre da nulla". Nel frattempo le voci di mercato non cesseranno, ma è meglio non farci caso, senza dar retta a chi parla di Psg o Manchester City. "So che ci sono molte persone del Barcellona che ancora mi amano - dice Messi -,che vogliono che continui qui. So anche che ci sono altre persone che hanno cambiato idea dopo quello che è successo. Ma farò ciò che è meglio per il club e per me. Non so se me ne andrò, ma se lo facessi, vorrei andarmene nel miglior modo possibile e poter to nare nel club in futuro. Il Barcellona è molto più grande di qualsiasi giocatore". L'eventuale ritorno al Barça dell'amico Neymar potrebbe indurlo a rimanere? "Sarà difficile portare giocatori - risponde la Pulce - perché non ci sono soldi. Ci sono certi giocatori che devi pagare tanto, e credo che Neymar sia molto costoso: come si paga il suo cartellino al Psg? Sarà una situazione difficile per il nuovo presidente". Ma una promessa si sente di farla: "Di certo non andrei mai né al Real Madrid né all'Atletico", poi c'è un'ammissione: "Ho sempre detto che ho il desiderio di fare un'esperienza, di vita e non solo di calcio, negli Stati Uniti, di giocare in quella lega (la Mls n.d.r.), ma non so se accadrà o quando, se ora o in futuro". Di certo, e oggi i giornali di Barcellona lo ricordano, c'è che l'Inter di Miami di David Beckham gli ha fatto sapere che per lui ci sarà sempre una porta aperta, in qualsiasi momento. E anche all'Adidas, che è sponsor personale di Messi e 'veste’ tutte le squadre della Mls un affare del genere non dispiacerebbe affatto. E dopo la fine della carriera sul capo, che Messi si vedrà? "Non ci ho pensato - la risposta -, però mi piacerebbe fare qualcosa legato al calcio. Non mi vedo come un allenatore, forse come un direttore sportivo". Nell'intervista c'è spazio anche per il Messi fuori dal calcio: quali sono i suoi orientamenti politici? Si sente un uomo più di destra o di sinistra? "Credetemi, non mi piace parlare di politica - la replica -, così come non mi piace fare commenti su questa pandemia. Cerco di ascoltare tutto ciò che si dice e di trarne degli insegnamenti. E ne parlo solo con alcune persone a me molto vicine". "E poi la politica è diventata qualcosa di molto particolare per tanta gente - aggiunge -. Più che dei partiti, sembrano dei club di calcio, tante persone diventano fanatiche e uno non può dire una cosa che subito deve litigare con qualcun altro, e ci sono discussioni a non finire. Qui e in Argentina è la stessa cosa: se ti schieri da una parte, poi devi batterti alla morte con altri. Mai io non la vedo così, voglio semplicemente il meglio per il mio paese, e chiunque ci fosse vorrei che si desse da fare per cambiare le cose e fare in modo che tutti abbiano almeno da mangiare e possano vivere decentemente".
















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