top of page

Miami, demolito l’edificio

MA LE RICERCHE TRA LE MACERIE DEL CHAMPLAIN TOWERS PROSEGUONO



MIAMI. L’imminente arrivo di una tempesta tropicale ha costretto le autorità a demolire completamente, facendolo esplodere, il palazzo crollato a Surfside, a nord di Miami Beach 11 giorni fa. Ma le ricerche degli oltre 110 dispersi non si fermano. E sono riprese dopo la spettacolare operazione le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. Sotto quel cumulo di macerie ci sono ancora 118 dispersi e sono solo 27 i corpi recuperati finora (gli ultimi tre oggi). L’edificio è stato completamente raso al suolo con una serie di esplosioni controllate per evitare ulteriori rischi di cedimenti con l’arrivo della tempesta tropicale Elsa, che dopo aver sorvolato i Caraibi dovrebbe investire la Florida martedì. La più recente evoluzione della sua traiettoria indica che dovrebbe risparmiare il sito, ma la parte occidentale di Miami, come diverse altre contee del Sunshine, si prepara a venti da 120 km orari, piogge torrenziali e allagamenti. Quel che restava del Champlain Towers South è venuto giù nella notte, avvolto da una gigantesca nuvola di fumo. Nessuno dei residenti sopravvissuti è potuto rientrare negli appartamenti per recuperare documenti e oggetti cari: troppo pericoloso, per le autorità locali, secondo cui non c’erano alternative ad una rapida demolizione. I monconi della torre sono stati fatti cadere in direzione opposta al cumulo di macerie dove si stanno cercando ancora segni di di vita. In questo modo i soccorritori potranno continuare ad esplorare in sicurezza il sito, anche se le speranze di trovare qualche sopravvissuto sono ormai ridotte al lumicino. Kevin Guthrie, direttore della divisione della gestione delle emergenze della Florida, ha riferito comunque che un terzo dei detriti non sono ancora stati passati al setaccio. Mentre si prosegue a scandagliare le macerie, comincia il triste rito dell’identificazione dei 27 corpi finora recuperati, con la Spoon River delle loro storie spezzate. Continuano anche le indagini per accertare le cause di quello che appare un disastro annunciato, con una serie sempre più lunga di allarmi ignorati sui rischi strutturali del palazzo. Lo scorso ottobre una dit-ta rinunciò a lavori di ristrutturazione dopo aver riscontrato un deterioramento del calcestruzzo e una corrosione del cemento armato. Meno di tre mesi prima del crollo invece la presidente dell’associazione del condominio Jean Wodnicki aveva ammonito in una lettera che “l’importante danno strutturale” evidenziato in un’ispezione del 2018 era “significativamente peggiorato” e che i costi delle riparazione erano aumentati del 60% a 15 milioni di dollari. Le regole di costruzione dei ‘grattacieli’ in Florida sono state a lungo tra le più severe del Paese ma ora si scopre che non sempre sono state fatte rispettare. La catastrofe ha indotto le autorità a lanciare controlli a tappeto su tutti gli edifici al di sopra di una certa altezza che non hanno superato l’ispezione dopo i 40 anni previsti. Nella sola contea del disastro ci sono 17 casi rimasti aperti per un anno o di più. E due casi sono contro proprietà della contea stessa. La vicenda più clamorosa è quella del Crestview Towers, che quando ha presentato i documenti la scorsa settimana, nove anni dopo i termini per la ricertificazione, è stato evacuato per carenze strutturali ed elettriche.

Comments


bottom of page