«Mou» nuovo re di Roma
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
CONTROPIEDE DEI TEXANI PROPRIETARI DELLA SOCIETA’ GIALLORROSSA CHE A SORPRESA INGAGGIANO IL PORTOGHESE

di Alessandro Castellini
ROMA. C'è chi sogna la fine dell'epoca degli 'zero tituli’, visto che la Roma non vince qualcosa dal maggio del 2008, chi invece, più disincantato, si augura che José Mourinho non faccia la fine di Helenio Herrera. Ovvero un altro celebre allenatore campione d'Europa con l'Inter, e un galvanizzatore come il portoghese, che in giallorosso non si confermò tanto Mago. Attendendo i responsi del campo, di sicuro c'è che il contropiede dei Friedkin, con l'annuncio a sorpresa dell'arrivo di Mou come successore di Paulo Fonseca, da luglio e con contratto triennale, si è rivelato un vero e proprio '"bombazo", come l'hanno definito i media spagnoli, e la notizia ha fatto il giro del mondo tra prime pagine virtuali e commenti di ogni tipo. E dal Portogallo, patria del tecnico, fanno sapere che quello tra Mourinho e la Roma sembra "un matrimonio perfetto", e trova spazio perfino il "Daje Roma" postato dal tecnico. Ora però Mourinho, reduce da tre esoneri consecutivi in Premier League, dovrà ritrovare la strada delle vittorie, aggiungendo trofei alla sua bacheca personale che già ne contiene 25. Sulla voglia di tornare ad essere davvero lo 'Special One’ garantisce il diretto interessato. "Dopo essermi confrontato con la proprietà e con Tiago Pinto - ha spiegato - ho capito immediatamente quanto sia alta l'ambizione di questa Società. Questa aspirazione e questa spinta sono le stesse che mi motivano da sempre e insieme vogliamo costruire un percorso vincente negli anni a venire". Proprio questo gli chiede la Roma: ricostruire una mentalità vincente, la stessa che portarono altri grandi tecnici di successo, leggi Nils Liedholm e Fabio Capello, e in tempi più lontani Alfred Schaffer, quando vennero alla Roma. Com'è andata a finire con l'ex ct dell'Ungheria, il Barone e Don Fabio lo sanno i tifosi romanisti - ovvero scudetto - e ora l'auspicio generale del popolo romanista è che la storia si ripeta con Mourinho, il tecnico dal quale Francesco Totti avrebbe voluto essere allenato (lo disse in un'intervista del 2011). A ripensarci adesso vengono in mente le parole dette da Mou qualche giorno fa, quando ammise, dopo essere stato mandato via dal Tottenham, che pur continuando a provare dei sentimenti per l'Inter non avrebbe avuto problemi ad allenare un'altra squadra italiana. Detto fatto, visto che, tramite anche i buoni uffici del suo procuratore Jorge Mendes (in contatto con il manager giallorosso Tiago Pinto dai tempi del Benfica) ha trovato posto in quella Serie A in cui voleva tornare. L'entusiasmo per questa nuova avventura non gli manca, e lo ha dimostrato postando su Instagram la foto della nuova cover del suo telefonino, che ha gli stessi colori della Roma e le iniziali JM. Intanto la notizia del suo arrivo, oltre a scatenare l'entusiasmo del popolo giallo-rosso, che così dimentica le ultime brutte figure, ha fatto fare al club un balzo del +22% a Piazza Affari. Ora però, mentre anche personaggi della politica come Raggi e Zingaretti si felicitano con il club di Trigoria per questo 'colpo’, servirà mettere a disposizione di Mourinho anche i calciatori giusti per il 4-2-3-1 che è il modulo preferito dal mago portoghese. "Roma è una piazza difficile, però Mourinho nelle piazze difficili si esalta - avvisa Capello -. Ma attenzione: non basta prendere un allenatore importante per vincere, ci vogliono anche i giocatori". Servirà quindi che la dirigenza si dia da fare sul mercato, mentre Mou avrebbe già chiesto la conferma, oltre che di Zaniolo e Pellegrini, di Mkhitaryan (in scadenza di contratto) e Smalling, due elementi che ha già avuto modo di apprezzare ai tempi del Manchester United vincitore dell'Europa League nel 2017.
















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