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No all’Euro itinerante

Uefa / Ceferin boccia il formato, torna a condannare la Superlega ed Agnelli


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ROMA. “Non sono favorevole a questa formula, e non credo che la rifaremo presto”. Dai microfoni di Rai-Sport, il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin non fa giri di parole parlando degli Europei itineranti, formula che fu voluta dal suo predecessore Michel Platini ma che lui, e non lo hai nascosto, non condivide. Non a caso, il prossimo torneo itinerante, quello del 2024, si disputerà tutto in quegli stadi della Germania che all’Italia evocano piacevoli ricorsi datati 2006. Ma, anche se non gli piace la formula (“ma è in undici paesi e ci dobbiamo adattare”), Ceferin vuole comunque parlare della competizione che sta per cominciare e per la quale, nel continente, cresce l’attesa. E che, va detto, porta con sé un messaggio positivo che non è possibile ignorare dopo tutto quello che è successo da un anno e mezzo a questa parte. “Siamo felici riguardo al torneo che prende il via questa sera - le parole del presidente dell’Uefa -, perché è un messaggio di speranza, è la luce in fondo al tunnel”. Tutto vero, perché “il calcio porta speranza alla gente, e questo è importante per noi. Non vediamo l’ora di cominciare, ed è stata ovvia la scelta di Roma”. Già, quella che un tempo era ‘caput mundi’ e oggi si accontentà di essere sede del match di apertura. Inevitabile, anche se adesso è tempo di nazionali, la domanda sulla Superlega e lo stop, almeno per ora, ai provvedimenti disciplinari per la Superlega a Juventus, Barcellona e Real Madrid. Ancora una volta il dirigente numero uno del calcio europeo non è conciliante. “Voglio soltanto dire che la giustizia è lenta, ma arriva sempre - dice -. Non sono entrato nello specifico delle competenze della nostra Commissione disciplinare, ma l’input è quello di risolvere la questione con i tribunali. Per come la vedo io non è uno stop definitivo: prima chiariamo le faccende legali e poi andiamo avanti”. “A volte ho la sensazione - continua - che questi tre club siano come i bambini che saltano la scuola per un po’, non vengono invitati alle feste di compleanno e poi cercano di entrare al party con la polizia”. E sulle dichiarazioni di Michel Platini a favore della Superlega, “nulla mi sorprende nel calcio, ma il suo commento non merita il mio”. Infine una battuta sul ‘nemico’ Andrea: se lo incontrasse, la domanda, gli stringerebbe la mano? “È una questione personale. Non vorrei replicare ma credo che lui lo sappia”.

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