Nodo quarantena
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
La norma “soft” per la Serie A non è compatibile con il decreto legge in vigore

ROMA. Mancano tre giorni all’inizio del campionato e sulla serie A piomba di nuovo l’incubo quarantena. Un ostacolo politico. Il Comitato tecnico scientifico, come noto, venerdì scorso ha aperto alla cosiddetta ‘quarantena soft’ per il calcio professionistico italiano. In caso di contagio il positivo sarebbe isolato mentro il resto della squadra sarebbe costretto sì a chiudersi in ritiro ma con la possibilità di allenamenti senza limitazioni e di uscire per giocare le gare di campionato. Con una condizione: test rapido a tutti i calciatori la mattina della partita. La norma di per sé non è in discussione ma serve un passaggio formale. Il governo infatti deve modificare la norma generale sulla quarantena in quanto “non compatibile” con il decreto legge del 16 maggio 2020 attualmente in vigore. “Premessa la corrente non compatibilità della proposta con il già citato Decreto Legge 16/05/2020, n.33 attualmente in vigore - si legge infatti nel document - il Cts (anche alla luce di quanto adottato in altri Paesi Europei) considera ricevibile dal punto di vista squisitamente medico scientifico, in virtù dell’attuale evoluzione epidemica favorevole, la proposta di effettuare test per la ricerca dell’Rna virale il governo della successiva gara programmata per tutto il gruppo squadra così da avere i risultati dell’ultimo tampone entro 4 ore e consentire l’accesso allo stadio e la disputa della gara solo ai soggetti risultati negativi al test molecolare”. Da qui, ovvero dall’incompatibilità con la norma vigente messa nero su bianco dal Cts, si sta facendo spazio la convinzione che sia necessario un provvedimento ad hoc per ‘legittimare’ anche in Italia l’adozione del modello Bundesliga. Gli scienziati, comunque, sono propensi a dare il “via libera” alla procedura della “quarantena soft dopo aver verificato la negatività di tutti gli altri membri del gruppo”, invitando però prima il Governo a cambiare il decreto legge attualmente in vigore. Il problema della quarantena di squadra in caso di una positività nel mondo del calcio “non è stato superato”: lo ha detto il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, nel corso della registrazione di ‘Porta a Porta’, in onda ieri sera con uno speciale in occasione dei 50 anni di Italia-Germania 4-3. “Il Cts ha detto sì alle modifiche del protocollo dal punto di vista scientifico, però bisogna cambiare la norma, quella dei 14 giorni, che è contenuta nel dl - ha spiegato il ministro - O si fa un emendamento oppure bisogna cambiarla nel prossimo decreto legge. Cercheremo di fare il prima possibile, ma in entrambi i casi non credo possa essere efficace dal 20 giugno”. “Ne parlerò con il presidente del Consiglio e con il ministro Speranza, abbiamo bisogno di un provvedimento che vada a modificare il decreto - ha concluso - Come tempi è più facile agganciarci al nuovo dl”. Sul nodo quarantena il presidente della Figc Gabriele Gravina, nel corso della registrazione di ‘Porta a Porta’, ha dichiarato: “Auspichiamo che in tempi rapidi possa essere risolto, perché è un problema. Non è un problema che blocca in questo momento il nostro campionato, ma è un problema - ha aggiunto -. Giocheremo perché non abbiamo nessuna intenzione di indietreggiare. Non conosco i dettagli della novità di oggi, ma quello che è dato sapere è che il Cts ha dato parere favorevole alla modifica. Noi non abbiamo mai detto che la quarantena deve essere eliminata, infatti è stata confermata. Ma con una differenza: rispetto ai cittadini italiani che non giocano a calcio è chiaro che i calciatori continuano la loro attività. Loro sono sottoposti a tamponi in continuazione, per questo riteniamo che sia possibile applicare quello che il Cts ha deciso nella riunione dell’altro giorno”.
















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