Odio e amore nella famiglia
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
VENEZIA/EMMA DANTE: “SONO LEGAMI ETERNI”. FINOCCHIARO: “UN FILM CHE EMOZIONA”

di Alessandro Magliaro
VENEZIA. “La sorellanza mi fa tornare bambina, mi fa pensare alle donne che possono essere solidali e felici se una di loro ha successo, mi fa pensare alle guerriere e alle conquiste e poi all’amore, ai legami, alla forza di quando si è insieme più forte di quando si è da soli e infine alla libertà”, tutto questo è per Emma Dante la sorellanza, uno dei temi forti, uno dei tanti insieme alla morte, al tempo e alla famiglia, al centro del suo film, Le sorelle Macaluso, accolto con applausi a Venezia 77 dove da ieri è in gara per il Leone d’oro, ultimo dei quattro film italiani, e da domani sarà in sala distribuito da Teodora Film, prodotto dalla giovane società Rosamont (Giuseppe Battiston e Marica Stocchi) e Minimum Fax Media con Rai Cinema. Tratto dalla omonima piece teatrale, che ha ricevuto il Premio Ubu, ha girato non solo i palcoscenici italiani ed è ancora in repertorio, il film “aggiunge alla storia di queste cinque sorelle lungo l’arco della loro intera vita un altro corpo, un’altra protagonista: la casa, il centro di tutto, delle liti, dei legami, dei ricordi, della morte. La casa, il nostro centro insieme alla famiglia, specchio di tutto”. Il “senso di colpa con cui ciascuna di loro sopravvive alla morte della più piccola determina il loro stare al mondo, ciascuna elabora in modo diverso ma resta sempre la necessità di stare insieme, lì dentro, agganciate a quel mondo e ad un passato che non passa mai anche se la storia, le loro vite - dice all’Ansa Emma Dante - vanno avanti”. In quella casa proletaria alla periferia di Palermo, con un arredo datato, la vista sul mare e al piano di sopra la colombaia (“sono i genitori delle sorelle che sono sempre con loro”), “tutto va e tutto ritorna”, prosegue Donatella Finocchiaro, una delle protagoniste del cast corale. La regista ha scelto di non truccarle, non invecchiarle, “mi sembrava un peccato mortale” e chiedendo fiducia allo spettatore fa interpretare a diverse attrici lo stesso personaggio “puntando non alla somiglianza fisica e non al make up”. Per una grande autrice teatrale come Emma Dante (che ha scritto la sceneggiatura con Elena Stancanelli e Giorgio Vasta), “il cinema è un passo in più, un completamento. In questo caso mi ha permesso di indagare ulteriormente oltre alla scena vuota del palcoscenico, nella storia di queste cinque sorelle, dando loro una residenza, una casa ammobiliata, aggiungendo dettagli al loro mondo. E nella casa torniamo durante il film nei momenti fondamentali, nei tre appuntamenti con la morte”. Nel passare degli anni, nella somma dei dolori e delle fatiche, “il tempo agisce come grande chirurgo plastico, deforma e ricostruisce, manipola i corpi attraverso quei corto circuiti che sono i traumi della vita”. Per la Finocchiaro “è stato un lavoro emotivo molto forte. Emma ha la fama di far lavorare gli attori con il corpo e duramente, questa volta ci ha richiesto altro ed è stato emozionante”. C’è molto di biografico nelle Sorelle Macaluso, “luoghi del cuore come lo stabilimento Charleston a Mondello dove andavo da bambina - dice la Dante che lì ha ambientato una scena cruciale - e poi le letture che sono la vita di una delle protagoniste che ad alta voce legge la Fallaci, Dostojevski, Anna Maria Ortese”, prosegue la regista che alle parole della grande scrittrice di Le Piccole Persone affida un messaggio sugli animali “con cui io ho nella vita un rapporto speciale”. Che accoglienza avrà nella giuria guidata da Cate Blanchett Le sorelle Macaluso non è dato sapere (aspira ad un premio è la sensazione) ma intanto “è un miracolo che siamo qua - conclude Emma Dante - e ricominciamo a sognare con il cinema, abbiamo bisogno di recuperare i sogni”.
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