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Orsato nella bufera

Arbitri/Polemiche sul direttore di gara dopo il rigore concesso alla Roma nella sfida di domenica sera contro la Juve all'Allianz



ROMA. Cinque episodi in un'unica azione, un intreccio di regole, una scelta immediata, dubbi sparsi e mancate decisioni ma dall'esito incerto, poi la 'spiegazione’ a Cristante per calmare le acque che ha invece dato fuoco alle polemiche. È una tempesta perfetta quella che ha investito Daniele Orsato per le decisioni prese nel finale del primo tempo di Juventus-Roma; e per l'arbitro di Schio è uno scomodo ritorno a quell'Inter-Juve dell'aprile 2018 quando, per un errore da lui stesso ammesso di recente, mancò di ammonire per la seconda volta Pjanic e finì nella bufera. I toni sono accesi come allora, specie per le parole, troppo precipitose domenica, tardive allora, spese per chiarire le sue scelte. Oltre alle decisioni prese in campo e in sala Var, a far discutere sono le frasi rubate dal labiale nel tunnel dello Stadium tra Orsato e Cristante, con il primo che, in una scelta di dialogo con il giocatore, avrebbe tra l'altro affermato: "Sui rigori non si dà vantaggio, se poi li sbagliate non è colpa mia". Le stesse parole sul vantaggio Josè Mourinho le ha sentite dal quarto uomo, ma subito sono state contestate da più parti. "Quando si verifica una infrazione l'arbitro può applicare il vantaggio ma deve considerare alcune circostanze", recitano le linee guida dell'Aia; ma "quanto più l'infrazione è vicina è alla porta avversaria, tanto più efficace può essere il vantaggio". Tradotto, spetta all'arbitro la discrezionalità del vantaggio, ma con un gol non si può negare l'evidenza: di qui la valutazione negativa all'interno del mondo arbitrale, sorpreso soprattutto dalle parole dell'arbitro veneto nel tunnel. A dar voce tecnica per spiegare come sia nato il caso Orsato è Tiziano Pieri, ex internazionale e ora commentatore Rai. "Se Orsato avesse avuto il fischietto in mano, come è di solito, e non in bocca, ci sarebbe stato tempo per valutare con più freddezza. E magari anche per far appello alla Var", è il suo ragionamento. "Se ha detto che non si può dare vantaggio, non corrisponde alla verità. Abbiamo visto altri casi... Molto probabilmente voleva esprimere un concetto diverso in quel momento". Insomma, aspettare quella frazione di secondo tra fallo su Mkhitaryan e gol di Abraham avrebbe consentito di rivedere tutto; anche il tocco di mano dell'armeno, da giudicare volontario o involontario, alla luce delle nuove indicazioni. Solo così si sarebbe sciolta la matassa: l'innegabile vantaggio del gol era inficiato o no dal mani? Il silenzio e il pollice verso del mondo arbitrale, con Rocchi chiamato ora a valutare se tenere a riposo dalle polemiche Orsato nel prossimo turno, sono però molto distanti dalle feroci polemiche delle tifoserie che riaccendono, come spesso accade, Juve-Roma il giorno dopo. Nella valutazione tecnica si tiene anche conto che il flipper creatosi domenica sera in area bianconera, dal tackle di Danilo su Abraham al fallo di Szczesny su Mkhitaryan in presunto fuorigioco, dal possibile tocco di mano dell'armeno alla rete segnata dall'inglese dopo il fischio di Orsato, è stato un rapidissimo susseguirsi di episodi meritevoli di diventare un caso di studio nei briefing della Can. Da parte sua anche la società giallorossa non vuole alimentare le polemiche. Da Trigoria filtra preoccupazione per le scelte arbitrali delle ultime domeniche, ma la linea è quella del dopo partita di Mourinho: pensare alla pre- stazione della squadra, più che a quella di Orsato

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