Parata: l’accusa alla Figc
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
IL CASO/CRITICHE DELLA PREFETTURA DI ROMA: INFRANTE LE NORME ANTI-COVID

di Massimo Nesticò
ROMA. Mentre lunedì scorso gli Azzurri campioni d’Europa alzavano la Coppa sul bus scoperto nel cuore di Roma facendosi largo a fatica tra la folla di tifosi osannanti e senza mascherina, in prefettura e al Viminale l’aria era molto meno festosa. “Quella sfilata non era autorizzata, la Figc ha violato i patti”, lamenta il prefetto della Capitale, Matteo Piantedosi, intervistato dal Corriere della Sera. Accusa rispedita al mittente dal presidente della Federazione, Gabriele Gravina. La richiesta di utilizzare il bis scoperto, spiegano da via Allegri, “è stata condivisa dalle istituzioni”. Una divergenza che rispecchia quella tra gli inviti a festeggiare in modo responsabile della vigilia e gli assembramenti registrati lungo il percorso tra le sedi delle due più alte istituzioni del Paese, Quirinale e Palazzo Chigi e poi verso l’albergo che ospitava la Nazionale. “Avevamo negato il permesso a festeggiare la vittoria dell’Italia agli Europei sull’autobus scoperto, ma i patti non sono stati rispettati”, dice Piantedosi, citando “le esigenze di sicurezza legate alla pandemia” e dunque alla necessità di “evitare in ogni modo gli assembramenti”. Invece a Palazzo Chigi è spuntato il mezzo e lo staff di Gravina ha chiesto di fare il giro. A quel punto, sostiene Piantedosi, “c’erano migliaia di persone in attesa, vietarlo avrebbe potuto creare problemi di ordine pubblico”. A rappresentare “con determinazione il loro intendimento alle forze dell’ordine” di sfilare, aggiunge, sono stati i due esperti centrali difensivi della squadra di Mancini, Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci. Quest’ultimo, peraltro, è stato ripreso dalle tv mentre parlamentava con gli addetti alla sicurezza in quei momenti, e già all’uscita dal Quirinale, e si è intestato la “trattativa”: “l’abbiamo vinta come squadra - afferma - perchè era giusto dedicare questi dieci minuti di strada ai tifosi che ci hanno aspettato fino ad adesso. La Coppa è la loro dopo un anno e mezzo così sofferto glielo dovevamo”. Il prefetto chiude dicendosi “amareggiato dalla mancanza di rispetto che c’è stata” da parte della Federazione a fronte “del grande impegno di questura e forze di polizia”. Gravina non ci sta. “Non è nostra intenzione alimentare ulteriori polemiche - rileva - perché non vogliamo trasformare un momento di gioia nazionale in un argomento di divisione. Abbiamo sempre lavorato per l’unità e continueremo a farlo, sottolineando però come la Federazione sia sempre stata responsabile, ma soprattutto rispettosa delle istituzioni e dei tifosi italiani”. La Figc offre poi la propria versione dei fatti, ricordando che era sempre stata negata l’autorizzazione ai festeggiamenti “di un eventuale successo europeo”, anche a piazza del Popolo con numeri contingentati e nel rispetto delle prescrizioni. In un primo tempo, dunque, la Federazione aveva organizzato il rientro da Londra a Coverciano “per l’immediato scioglimento della delegazione”. Il programma è poi cambiato con gli inviti di Sergio Mattarella e Mario Draghi. Dopo la cerimonia al Quirinale, “è stata reiterata l’istanza per poter utilizzare il bus scoperto, preparato preventivamente per ogni evenienza, al fine di condividere l’immensa felicità per un successo sportivo di questa portata con le migliaia di persone già ammassate per le strade”. All’arrivo davanti Palazzo Chigi, prosegue la Fgci, “ritenuto che la situazione non fosse più gestibile in quanto il bus coperto non aveva dissuaso i tifosi dal cingere in tutti i modi la delegazione italiana, reiteravamo ancora la richiesta, a questo punto condivisa dalle istituzioni, per un breve tragitto con il bus scoperto, anche nell’ottica di tutela dell’incolumità dei calciatori e per non deludere le migliaia di persone che si erano già riversate nel centro di Roma”. Piantedosi ha fatto sapere che la sua linea di prudenza era stata concordata con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e con il capo della polizia, Lamberto Giannini. La titolare del Viminale, peraltro, ha sempre invitato alla cautela ed alla responsabilità gli italiani e, alla vigilia della finale di domenica, aveva rivolto un appello a seguire “le regole della mascherina, dei distanziamenti perché siamo quasi fuori da questa crisi difficile, ma ancora non ne siamo usciti completamente”. Invito che in quei chilometri percorsi nelle vie centrali della Capitale dal bus dei Campioni d’Europa è andato evidentemente disatteso.
















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