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Riduzioni “fai da te”

CORONAVIRUS/Juve, Inter, Cagliari, sui tagli i club faticano a trovare un accordo collettivo



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ROMA. In attesa di capire come, se e quando si potrà tornare al calcio giocato, a quasi un mese dalla serrata per l'emergenza coronavirus il tema di questi giorni è la riduzione degli stipendi dei calciatori, la voce più consistente dei bilanci dei club, per cercare di contenere i costi ed evitare il crac. Lega Serie A e Assocalciatori ancora non hanno trovato una intesa sulla questione relativa alla sospensione degli stipendi - venerdì è in programma una assemblea della Lega di A con all'ordine del giorno anche un'ipotesi di addendum all'accordo collettivo con l'Assocalciatori - nel frattempo, dopo la Juventus - che ha fatto da apripista - e martedì l'Inter (con il tecnico Conte e i giocatori che si sono resi disponibili a una riduzione dei loro compensi per la restante parte della stagione), ieri è stato il Cagliari a comunicare la volontà di 'tagliare' uno stipendio. Lo ha detto il presidente del sodalizio sardo, Tommaso Giulini, sottolineando che "sono stati alcuni giocatori e tesserati a cercarmi per chiedere in che modo poter dare una mano e tutti hanno mostrato un grande senso di responsabilità e appartenenza rinunciando a una mensilità. Questo ci aiuta" ma, sottolinea Giulini, non basterà. "La stima dei quattro milioni di danni per la società si avvicina alla realtà. Questa stima non include i diritti televisivi. Se si dovesse perdere anche quelli sarebbe una catastrofe, non basterebbe certo quella mensilità. Vedremo in quel caso cosa fare per aprile e maggio, con molta serenità". In attesa che Lega di A e Aic trovino un compromesso, i club vanno avanti autonomamente. Sul tavolo i giocatori mettono più o meno una mensilità, e cioè un taglio che oscilla tra l'8 e il 12 per cento, sulla falsa riga dell'accordo siglato in casa Juventus. Le modalità specifiche e gli accordi individuali verranno concordati quando gli scenari legati alla ripresa o meno della stagione in corso saranno meglio delineati. E stanno ragionando sulle formule possibili anche i dirigenti di Milan, Torino e altre squadre. In Europa l'elenco dei club che hanno deciso il taglio degli stipendi dei calciatori si arricchisce giorno dopo giorno. Anche il presidente del Tottenham, Daniel Levy, ha deciso di tagliare del 20% gli stipendi dei 550 dipendenti che non fanno parte dell'aerea tecnico-sportiva, invitando anche "le stelle a fare la loro parte" e a decurtarsi lo stipendio.

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