Rocco Commisso denuncia la Gazzetta dello Sport “per diffamazione aggravata a mezzo stampa”
- direzione167
- 5 giu 2022
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NEW YORK. Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha deciso di sporgere una denuncia-querela per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti della Gazzetta dello Sport. L'imprenditore italoamericano ha ritenuto “apertamente denigratori e discriminatori” i toni usati nell'articolo firmato da Andrea Di Caro lo scorso maggio. In particolare quando viene apostrofato “macchietta” o come “don Rocco”.
Nella querela Commisso riepiloga il suo percorso di vita e la carriera che lo ha portato dal nulla ad essere uno degli uomini più ricchi del pianeta, tiene tantissimo al mito del self-made man. La Gazzetta per lui ha“offeso la reputazione dell'intera comunità italoamericana, che quotidianamente si batte per sradicare l’orribile stereotipo che associa lo stigma della criminalità organizzata ai nostri connazionali d’Oltreoceano”.
Allo stesso modo, la frase “Commisso ricorda una certa brutta Italia, che preferiamo resti solo nei vecchi film”, sarebbe un chiaro riferimento alla mafia: un accostamento “allusivo inaccettabile e offensivo”, che merita di essere perseguito”.
In chiusura del pezzo infatti, il giornalista della Gazzetta dello Sport, affonda la sua penna con ‘ripetuti e infondati accostamenti’ della figura del numero uno viola alla mafia italoamericana e lo fa - sempre secondo la denuncia - sentenziando con evidente compiacimento: “Questo sfogo arrogante, minaccioso e bislacco... non ha nulla a che vedere con una certa bella America e ci ricorda invece una certa brutta Italia. Che preferiamo resti solo nei vecchi film”.
Le allusioni sono chiare e nella loro becera presentazione non lasciano spazio ad alcun dubbio: gli italoamericani di successo che non usano il linguaggio forbito dell'élite italiana e che non si adeguano alle regole di una certa casta, sia essa politica o di ‘altro stampo’, sono in effetti degli esseri estranei se non addirittura dei fuorilegge e operano nella stessa maniera dei pistoleri tanto decantati nei film western dell'amato Ennio Morricone. Questa volta tuttavia le ‘insinuanti accuse e i chiari e palesi toni discriminatori’ contenuti nell'articolo della Gazzetta dello Sport non sono andati inosservati.
La denuncia-querela arriva in un momento tanto felice per la formazione viola (sesta in classifica con 35 punti e una partita da recuperare) quanto problematico per il calcio italiano alle prese con le plusvalenze di alcuni blasonate società della A e il Covid. Problemi tuttavia che non sembrano scalfire in alcun modo la Fiorentina che, grazie proprio al contributo finanziario del suo proprietario, può vantare un’agiata quanto sicura struttura societaria e considerarsi un’isola felice (economicamente) della massima serie italiana. Allora perchè tanto astio, tanti insulti, tante accuse infondate, tanta discriminazione contro Rocco Commisso?
“Da quando sono diventato Presidente della Fiorentina - si legge nella denuncia-querela presentata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano - ho auto modo di sperimentare, specialmente da alcune testate giornalistiche e trasmissioni radiotelevisive italiane, critiche dai toni anche molto aspri... frutto di preconcetti o aperta e gatuita ostilità espressa attraverso toni e contenuti che non di rado hanno assunto chiare tinte isultanti e denigratorie con appellatici come “Attila”, “zio d’America”, “Erdogan del calcio”, “Rocco Benito”, Padre padrone”, etc, nonchè giudizi sprezzanti...”.
“Se oggi - continua la denuncia-querela - ho scelto di rivolgermi all'Autorità giudiziaria è proprio in ragione del fatto che, alla luce della mia storia umana e professionale... non posso mantenere mantenere lo stesso metro di tolleranza e sopportazione... nei confronti dell'autore di un articolo insinuante e dai toni apertamente denigratori e discriminatori apparso, in data 15 maggio 2021, sul giornale La Gazzetta dello Sport... a firma del giornalista Andrea di Caro, vice direttore del suddetto quotidiano, e avente come titolo “Rocco, accuse maldestre. Non è colpa dei giornali se si sbagliano tutte le scelte”.
L'articolo in questione, si legge ancora nella denuncia, costituisce il ‘commento’ del Sig. Di Caro a una conferenza stampa svoltasi il giorno prima, 14 maggio 2021, durante la quale Rocco Commisso si era limitato a osservare come le continue accuse infondate e le notizie palesemente false riportate da alcune testate giornalistiche danneggiassero gravemente l'immagine della Fiorentina. “Proprio all’immagine della mia storia umana e professionale - conclude il presidente della squadra Viola - ritengo che l'articolo firmato dal Sig. Di Caro in data 15 maggio 2021 costituisca una grave, gratuita e intollerabile offesa alla mia reputazione, integrante un chiaro caso di diffamazione a mezzo stampa per via di allusione”. (Domenico Delli Carpini)
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