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Salto di qualità

Olimpiadi /L'azzurro Tamberi vola alto e si qualifica per le finali: spalle al muro dò il meglio


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di Francesco Grant

TOKYO. Fà il salto giusto. Gianmarco Tamberi ha preso una rincorsa lunga cinque anni, dalla sfortuna cosmica fino ai Giochi, e ora deve solo trovare la scintilla che accenda per lui "una domenica magica: e vedrete, magica lo sarà di sicuro". Sulla pista dello stadio olimpico di Tkyo senza pubblico è entrato da protagonista, lui che a Rio era spettatore triste, con un legamento della caviglia rotto e un ruolo di favorito nel cestino. "L'inferno che ho passato lo conoscono tutti: ora sono qui e me la voglio godere, devo solo trovare il salto giusto", dice il ventinovenne saltatore di Civitanova dopo essersi guadagnato l'accesso alla sua prima finale a cinque cerchi con un 2.28. Entrano in 13, i giudici di gara hanno deciso che bastava così per tutti quelli che avevano raggiunto la stessa misura, modesta. L'afa terribile e un po’ di pioggia hanno reso difficili i salti di tutti gli avversari, dicono i tecnici azzurri, ma Tamberi guarda ai suoi. "Mamma mia che schifo", ha esclamato l'azzurro anche all'ultima asticella superata, con meno sofferenza della sequenza nella quale è andato liscio ma trovando difficoltà nella rincorsa e negli appoggi. "Ho passato un'estate terribile, con salti da 2.20: eppure in allenamento e anche riscaldamento andavo bene. Ma poi in gara non trovavo l'appoggio migliore. Rivedrò i video - dice in vista della finale di domenica. - Ho ripercorso tutti i miei passi per capire dove fosse l'errore, ma alla fine l'importante era raggiungere questa finale: ho dovuto ricominciare da capo nel 2016..., nuotare, saltare 1.60, allenarmi, alzare l'asticella". Ora, qualsiasi altezza sia, è fissata lì, in cima al mondo. "Mi conosco - continua Gimbo, per un giorno con i capelli dal colore naturale - Mi è successo miliardi di volte: fatico, non trovo il mio salto, poi spalle al muro trovo la soluzione. Ecco perchè non devo guardare indietro ma solo alla finale". I rivali hanno saltato in modo analogo, col russo Ivanyuk incappato addirittura in due errori (2.25 e 2.28). Il favorito per l'oro, è convinto Tamberi, è il qatariota Bershim, entrato in qualificazione direttamente col 2.21, tre salti e via in finale; outsider l'americano Javanaugh Harrison, capace di saltare nel lungo e nell'alto come nessun altro nell'atletica moderna. "Ha una tecnica grezza e un talento pazzesco", dice di lui Tamberi. "Entrare in questo stadio è stato incredibile - chiude - C'era una tenda, mi sono detto ora si apre e finalmente è Olimpiade”.

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