Se il Milan è solo Ibra
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Serie A/ La capolista soffre e non sfonda. Poi nel finale ecco lo svedese. Cioffi: buon esordio

IL MILAN AGGUANTA un punto al 92' (1-1 il finale) proprio mentre l’Udinese già assaporava il gusto del successo contro la capolista. È ancora Ibrahimovic a togliere le castagne dal fuoco ai rossoneri, apparsi involuti, lenti e poco concreti. Il peso dell’attacco poggia solamente sullo svedese che, a pochi istanti dalla fine, ha trovato una zampata che ha ammutolito una Dacia Arena ormai pronta a esplodere di gioia. Ottimo l’esordio di Cioffi in panchina anche se, proprio nel recupero finale, ha pagato l’inesperienza, non sfruttando il terzo e ultimo slot per le sostituzioni che avrebbe potuto interrompere il forcing disperato del Milan. Si parte con l’Udinese che cambia tutto nella guida tecnica per non cambiare nulla in campo: l’esordiente Cioffi propone il più classico dei 3-5-2, puntando sull’ardore fisico e su una mentalità propositiva che faccia scordare la formazione compassata e arrendevole delle ultime settimane. Pioli fa invece riposare Kessie e Tonali e rilancia Bennacer e Bakayoko, ma la mossa, nel primo tempo, è suicida. La coppia non riesce a fare filtro e i padroni di casa pigiano subito sull’acceleratore con l’ex Deulofeu, letteralmente imprendibile. L’Udinese dopo 17' passa meritatamente in vantaggio: Bennacer perde un pallone sanguinoso a centrocampo e si apre un’autostrada per Beto. Il centravanti portoghese spara su Magnain in uscita, ma il rimpallo favorevole e un intervento goffo di Tomori gli regalano una seconda opportunità che il numero 9 scarica sotto la traversa. Il Milan è opaco e la manovra troppo lenta per impensierire la retroguardia bianconera. Servono così due invenzioni di Ibrahimovic per confezionare altrettante ghiotte occasioni per il pari sul tramonto del primo tempo: sulla prima lo svedese libera Diaz in area piccola, ma la conclusione è a lato; sulla seconda, la sponda del centravanti serve a mettere Theo Hernandez a tu per tu con Silvestri, che insacca facilmente, ma il francese è scattato in leggero fuorigioco e il Var conferma la chiamata dell’assistente. Pioli lascia negli spogliatoi gli inguardabili Bennacer e Bakayoko (per Tonali e Kessié) e getta nella mischia anche Messias per Krunic. Dopo 40" i rossoneri hanno la palla dell’1-1: la difesa bianconera liscia e Ibra spara al volo dalla linea dell’area piccola, ma la bordata è alta. Cioffi getta nella mischia Jajalo e Success per Arslan e Deulofeu, provandoci anche di rimessa, con Molina che alla mezz’ora conclude alto una buona trama offensiva. C’è sempre lo zampino di Ibra quando arrivano pericoli dalle parti di Silvestri: di testa evita che la palla finisca sul fondo e per poco non esce la mischia decisiva per il pari. Nell’assalto finale i palloni arrivano da ogni parte nell’area friulana, ma manca sempre il tocco giusto. Per quello, serve la lucidità e la forza fisica dell’immortale svedese, il terzo, dopo Messi e Cristiano Ronaldo ad aver toccato quota 300 reti, negli anni Duemila, nei principali cinque campionati europei.
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