Serie A, caos virus
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Il presidente della Samp Ferrero: “Per me il campionato finisce qui. Lo scudetto? So che Lotito mi odierà, ma così è la vita...”

MILANO. Tagliare gli ingaggi in percentuali diverse in base all’entità, a scaglioni come in passato di fronte a un fallimento societario. E’ una delle soluzioni su cui la Serie A lavora per contenere le perdite economiche causate dall’emergenza Coronavirus. L’Assocalciatori non è contraria, attende scenari più chiari. Ancora non vengono azzardate ipotesi di date sulla ripresa dei campionati, ma la Lega Serie A ha elaborato diversi scenari, con ricadute più pesanti qualora la stagione sia tronca. “Per me il campionato finisce qui. L’anno prossimo si potrebbe giocare a 22 squadre - dice a Radio Radio il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, e altri club a metà classifica la pensano così -. Il Benevento che (in Serie B, ndr) ha 69 punti che deve dire? Non può restare a guardare. Scudetto? So che Lotito mi odierà ma così è la vita. Per me finisce così, con queste posizioni”. Secondo altre tesi, il campionato va concluso, anche sforando di qualche mese nella prossima stagione, con i contratti dei giocatori in proroga. Nell’ennesima riunione delle società in conference call, questa volta non si è parlato di quando si potrebbe riprendere a giocare o ad allenarsi, ma di come fronteggiare la crisi. C’è una serie di obiettivi per cui serve un intervento del Parlamento e quindi al momento vanno messi da parte, come la riforma della legge Melandri sui diritti tv, di quella sul professionismo, incentivi per la realizzazione di stadi, o la modifica del bando che vieta alle società di scommesse di sponsorizzare lo sport. Tutte queste necessità, assieme agli scenari di perdite che vanno da 160 milioni di euro a oltre 700 fra botteghino, sponsor e diritti tv, sono state messi nero su bianco in documento inviato alla Figc, che ha raccolto le esigenze anche di Lega B e Lega Pro. Alle 18 il n.1 della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha poi incontrato i presidenti delle varie leghe, un vertice per fare sulle proposte da girare al governo, che potrebbero entrare in un emendamento al decreto Cura Italia. Di fronte alla tragedia di migliaia di morti, con gli ospedali vicini al collasso e aziende che non sanno se e come potranno riaprire i battenti, il calcio non può gravare in questo momento sulle casse dello Stato. Per questo ci si sta concentrando su proposte a costo zero. Ad esempio la rivalutazione dei crediti e l’allungamento del periodo di tempo per ammortizzarli, misure per evitare forti svalutazioni e il rischio di default delle società, molte delle quali già da tempo non sono in solidissime condizioni finanziarie. L’obiettivo è avere una sorta di paracadute normativo per evitare poi fra qualche mese contenziosi. Un altro fronte è aperto con la Uefa, che intanto ha rinviato le finali di Champions ed Europa League. Il gruppo di lavoro composto da Uefa, club, leghe e giocatori ora valuterà tutte le opzioni.
















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