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Serie A delle grandi firme

Allenatori/I nomi eccellenti tornano sulle panchine Da Allegri (Juve) a Spalletti (Napoli) a Mou (Roma)


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ROMA. Onori e oneri per un mestiere da privilegiati ma che può essere molto stressante. È quello degli allenatori dei top club, pagati a peso d'oro, a cui spesso però non è sufficiente neanche una vittoria prestigiosa per proseguire il lavoro. Gli ultimi due scudetti italiani non sono bastati a Sarri e a Conte, per motivi diversi, per proseguire l'avventura con Juve e Inter. Ma all'estero non va meglio: Flick ha vinto col Bayern ma è stato sostituito dal predestinato Nagelsmann (e per consolarsi guiderà la nazionale), Galtier ha portato il Lilla a spodestare il Psg di Mbappè e Neymare poi se n'è andato, probabilmente finirà al Nizza. Ma quest'anno in serie A, nella stagione che dovrebbe traghettare l'Italia fuori dall'incubo covid, c'è qualcosa in più: il malessere, l'insoddisfazione dei club, i problemi economici stanno creando una rivoluzione nelle panchine. Cambiano otto allenatori delle prime dieci in classifica (Pioli e Gasperini sembrano dei sopravvissuti), in Germania sette delle prime otto, in Spagna Real e Barcellona. In Italia mai era successo un simile esodo che riguarda anche i dirigenti (Paratici via dalla Juve) e giocatori (Donnarumma che lascia il Milan). Ma è la qualità dei tecnici che arrivano che dimostra la vitalità del calcio italiano: per un Conte che lascia con una ricca buonuscita, dopo una lunga pausa strapagata tornano due big come Allegri e Spalletti. Dall'estero si riaffaccia dopo 11 anni il guru delle panchine, Mourinho, chiamato a rivitalizzare una piazza depressa come la Roma giallorossa. Ma le prime pedine mosse hanno provocato un terremoto imprevedibile: Gattuso dal Napoli alla Fiorentina, Juric dal Verona al Torino e soprattutto Simone Inzaghi, che la sera si è accordato con Lotito e la mattina dopo è passato all'Inter raddoppiando lo stipendio con la prospettiva della Champions. Ricapitolando, ci sono tre conferme sicure (Pioli, Gasperini e Semplici) e una probabile (Ballardini), più due neopromosse (Castori alla Salernitana e Dionisi all'Empoli). Sei sono i tecnici nuovi (Gattuso, Inzaghi, Allegri, Spalletti, Mourinho e Juric), cinque da decidere (Lazio, Sampdoria, Sassuolo, Udinese e Verona). Da decifrare la situazione di Bologna, Spezia e Venezia se Mihajlovic, Italiano e Zanetti riempiranno una delle caselle vuote. La Lazio pensa a Maurizio Sarri, Villas Boas o Espirito Santo ma è più probabile l'ingaggio di Mihajlovic, col Bologna che virerebbe su Ranieri o Mazzarri (ma c'è la suggestione De Rossi a cui sta pensando Sabatini). Il Sassuolo ha l'imbarazzo della scelta tra Fonseca, Pirlo, e Italiano, la Samp può orientarsi sul ritorno di Giampaolo, l'Udinese ha l'idea Zanetti, il Verona pensa a Italiano o a Tudor. La prossima settimana le varie caselle andranno a incastrarsi ma già così il panorama è interessante. Allegri ha rifiutato Real Madrid e Inter preferendo tornare alla Juve per cercare il suo settimo scudetto e magari un lungo cammino in Champions. Ci sarà da risolvere il nodo Ronaldo, serve un regista e ci sarà più spazio per Dybala. Simone Inzaghi si gioca la fiche per il grande salto nell'Inter, ma sarà complicato non far rimpiangere Conte. Partirà Hakimi, sarà un grande risultato tenere tutti gli altri big, sarà stimolante il derby tra ex tecnici della Lazio con Pioli . Dopo due anni in disparte riecco Luciano Spalletti: esperienza e carattere gli possono consentire di riuscire dove ha fallito Ancelotti, per sfruttare le grandi potenzialità della squadra, cui potrebbero aggiungersi Zaccagni e Vecino, e per fronteggiare il decisionismo di De Laurentiis. Ma a intrigare di più è il ritorno di Josè Mourinho: la sua intelligenza, le provocazioni, la capacità di plasmare il carattere di una squadra sono attese alla verifica. Alla Roma serve un pò di concretezza e personalità, che potrebbe portare Xhaka dell'Arsenal. Da risolvere la permanenza di Mkhitaryan e Dzeko. Dopo il buon cammino col Napoli, rovinato all'ultima gara bruciando la Champions, Rino Gattuso ha la possibilità di creare un ottimo feeling con la Fiorentina, specie se Commisso riuscirà a rinforzare la squadra e a tenere l'emergente Vlahovic, magari con l'aiuto centellinato ma sostanzioso dell'intramontabile Ribery.

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