Tokyo: Bach resiste
- direzione167
- 5 giu 2022
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OLIMPIADI/Aumentano le richieste di rinvio, ma il capo del Cio dice: “Non distruggiamo il sogno”

ROMA. Rappresentano il punto più alto della carriera di ogni atleta, l'obiettivo a cui ogni campione guarda. Il sogno. Ma anche l'impegno di una città, di un Paese intero che da anni aspetta questo momento e non vuole nemmeno pensare che il 24 luglio quel braciere nel rinnovato stadio olimpico non si accenderà. Per questo e molto altro Thomas Bach da giorni, da quando l'emergenza coronavirus ha stretto in una morsa di paura e messo il mondo in quarantena, sport compreso, ribadisce che ipotizzare un rinvio adesso non sarebbe giusto. Stavolta è andato oltre il presidente del comitato olimpico internazionale: "L'annullamento di Tokyo 2020 distruggerebbe il sogno olimpico di 11.000 atleti, di 206 e comitati olimpici nazionali e della squadra di rifugiati del Cio. Sarebbe la soluzione meno giusta" ha sottolineato Bach ribadendo che la pandemia che stiamo vivendo è una situazione eccezionale "per la quale non esistono soluzioni ideali. Non si possono posticipare le Olimpiadi come una partita di calcio del prossimo sabato".Il problema è grosso, e al momento nessuno scenario è escluso: su questo, nel dibattito che si arricchisce ogni giorno di posizioni, è stato chiaro anche il presidente del Coni, nonché membro Cio, Giovanni Malagò: "Ad oggi nulla è sa escludere: abbiamo dato mandato a Bach per dare risposte" sulla possibilità che le Olimpiadi slittino di un mese, un anno."Ognuno dice la sua - sottolinea Malagò - Ma ci sono solo due soggetti che devono prendere questa decisione: il Cio, quindi Bach, e il governo giapponese con il primo ministro Abe. Giochi senza atleti, giornalisti, pubblico, non si possono fare. Ma non si possono fare neanche senza tv e multinazionali che hanno pagato pesantissimi billion per i diritti con contratti pluriennali che scadono nel corso dell'anno". Prudente pure il numero 1 di Parigi 2024, Tony Estanguet: "Troppo presto per decidere, priorità è la salute. Pieno supporto a Bach mettendo le cose in prospettiva".Ma crescono, insieme ai numeri disarmanti del contagio, i dubbi anche di quelli per i quali i Giochi sono il sogno di una vita. Il fronte del no è attivo soprattutto in America, dove, nonostante il comitato olimpico nazionale sia schierato a favore delle scelte del Cio, le federazioni in autonomia spingono per rivedere le date. Dopo il nuoto lo fa anche l'atletica a stelle e strisce. Il Comitato olimpico statunitense (Usopc) si è detto anche a favore della scelta del Cio di non decidere nulla al momento sullo svolgimento dei Giochi di Tokyo 2020, ma le federazioni degli sport principali spingono per il rinvio a causa della pandemia. Usa Swimming si era espresso venerdì in questo senso ed ora un altro colosso come la federazione di atletica leggera, Usa Trackand Field, si fa avanti, chiedendo al Comitato Usa di impegnarsi perchè le Olimpiadi non si svolgano come previsto la prossima estate. Oltre ai rischi per la salute, gli atleti lamentano il fatto che in questo periodo, e chissà ancora per quanto, anche il solo allenarsi è un problema e per molti arrivar in forma per l'evento che comincerà il 24 luglio prossimo sarà quasi impossibile.In Brasile a scendere in campo è lo stesso comitato olimpico: "La pandemia si sta aggravando e per gli atleti diventa sempre più difficile allenarsi e mantenersi sui migliori livelli competitivi. In tutto il mondo c'è la paralisi e non si può andare avanti".Anche la Spagna, che sta pagando un prezzo altissimo per il coronavirus, si era detta più propensa a rivedere le date. Ma le perplessità aumentano anche tra gli stessi giapponesi: un membro del comitato olimpico nipponico, Kaori Yamaguchi. "Mi domando chi di noi possa essere contento di ospitare le Olimpiadi in luglio mentre stiamo attraversando una criticità talmente ampia a livello globale, capace di stravolgere un numero così elevato di persone?" si chiede l'ex judoka, bronzo a Seul. Le domande di molti, soprattutto atleti, in tutto il mondo. Che però non perdono la speranza, perché in undicimila hanno raggiungono l'obiettivo, facendosi strada tra milioni che quel sogno lo rincorrono tutta la vita.
















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