Tokyo: sport e ansia
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
OLIMPIADI/Giapponesi contrari ai Giochi, il Covid serpeggia, ma non si può rinviare

TOKYO (Giappone). Con la scoperta di tre casi di positività al Covid-19 nel Villaggio Olimpico, componenti “della stessa squadra e dello stesso sport”, i Giochi di Tokyo si trovano ad affrontare il primo cluster, a cinque giorni dalla cerimonia inaugurale e mentre nel Paese crescono i timori per l’aumento continuo dei contagi. Anche l’allenatore di rugby a 7 del Sudafrica, Neil Powell, è risultato positivo all’arrivo e si trova in isolamento a Kagashimo, mentre un terzo atleta positivo risiede fuori dal Villaggio. Il Comitato organizzatore non ha svelato nazionalità e disciplina dei positivi nella ‘bolla’ ma la Federcalcio sudafricana ha informato che si tratta dei calciatori U.23 Thabiso Monyane e Kamohelo Mahlatsi. Entrambi, come l’analista video Mario Masha, sono in isolamento “in stanza, dove vengono forniti loro i pasti”. I loro contatti sono stati individuati e già sottoposti a test e dovranno “mangiare in stanza, allenarsi separatamente e utilizzare un mezzo di trasporto separato”, ha spiegato il vicedirettore dei Giochi nel Comitato olimpico (Cio), Pierre Ducrey. La durata di queste misure dipenderà dal verdetto del “centro controllo” anti-Covid del Villaggio. Intanto, può lasciare Doha la squadra olimpica dei rifugiati, che era bloccata da qualche giorno in Qatar per un caso di positività al Covid-19 all’interno del gruppo. Si tratta di 26 atleti, 16 allenatori - tra i quali l’olimpionico italiano del tiro a segno - e alcuni funzionari, i quali nell’arco di tre giorni raggiungeranno il Giappone. Quelli emersi nelle ultime ore non sono i primi casi di positività, dal momento che ad oggi il Cio ha individuato 55 test positivi tra i 30.000 effettuati su 18.000 atleti, supervisori, funzionari o giornalisti arrivati in Giappone da inizio luglio. Anche uno dei membri del Cio, il sudcoreano Seung Min Ryu, è risultato positivo, mentre per motivi di sicurezza il presidente, Thomas Bach, non prenderà parte alla staffetta della torcia olimpica. Domani e mercoledì i 102 membri dell’ organismo si riuniranno in un palazzo della capitale per l’assemblea generale. Il primo focolaio nel Villaggio è il banco di prova delle misure anti-Covid predisposte da mesi. “È inevitabile che ci siano dei casi” ha riconosciuto il di- rettore dei Giochi per il Cio, Christophe Dubi, ma le positività riconducibili ai Giochi restano, per il momento, molto marginali, ha sottolineato Bach, che da mesi promette Olimpiadi “sicure” per i partecipanti e per i giapponesi. Dopo il rinvio nel 2020 di un evento che era costato al Giappone oltre 15 miliardi di dollari - cifra molto accresciuta proprio a causa dello slittamento e ora anche per la sostanziale assenza di introiti dalla vendita di biglietti - un’eventuale cancellazione sarebbe stata devastante anche per i conti del Cio, che ha venduto per diversi miliardi a broadcaster internazionali diritti di trasmissione sulle varie piattaforme media. Dalla primavera, il Cio ha concentrato gli sforzi sulla vaccinazione delle delegazioni, raggiungendo a maggio un accordo con Pfizer e BioNTech per allestire poi ‘vaccinodromi’ olimpici in Qatar e Ruanda. Lo screening intensivo, la limitazione dei contatti e l’ isolamento immediato dei positivi rende quella dei Giochi “probabilmente la popolazione più controllata al mondo”, sottolinea Ducrey. Inoltre, mentre il Villaggio è stato progettato per ospitare 17.000 persone, saranno seimila al massimo a risiedervi contemporaneamente, durante il picco previsto a metà Giochi. Quasi tutti gli eventi sa- ranno a porte chiuse e le decine di migliaia di partecipanti - atleti, funzionari, giornalisti - sono soggetti a restrizioni draconiane. Uno scotto inevitabile per consentire lo svolgimento della XXXII Olimpiade
















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