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“Tolga il cappio all’Ucraina”

GERMANIA/L’APPELLO DI STEINMEIER A PUTIN DOPO LA RIELEZIONE A PRESIDENTE



di Mcihele Esposito

BRUXELLES. La Germania del post-Merkel sceglie la continuità per la presidenza della Repubblica e rielegge, con una maggioranza bulgara, Frank-Walter Steinmeier. L’esponente dell’Spd ed ex ministro degli Esteri, sulla scia di Sergio Mattarella, è stato infatti confermato per il secondo mandato con 1.045 voti favorevoli sui 1.437 espressi. E nel suo discorso di insediamento Steinmeier si è soffermato a lungo sulla crisi ucraina, usando toni durissimi nei confronti di Mosca. “Siamo nel bel mezzo di un rischio di una guerra in Europa orientale ed è la Russia ad esserne responsabile”, ha sottolineato il presidente rivolgendosi direttamente a Vladimir Putin: “Sciolga il cappio attorno al collo dell’Ucraina”. Il messaggio di Steinmeier, nelle cancellerie europee, non è passato inosservato. L’allineamento della Germania di Olaf Scholz ad una dura risposta occidentale in caso di invasione dell’Ucraina è uno dei fattori su cui l’opinione pubblica europea e americana ha nutrito maggiori dubbi. A pesare c’è anche il Nord Stream 2, il gasdotto che unirà proprio Russia e Germania e che potrebbe finire nelle sanzioni che l’Ue metterà in campo in caso di escalation militare. A mettere ulteriormente in imbarazzo Berlino ci aveva pensato poi proprio chi negli anni Novanta scoprì il giovane Steinmeier, portandolo nel suo governo come capo dell’ufficio della Bundeskanzleramt: Gerard Schroeder. L’ex cancelliere, infatti, è stato candidato per il consiglio di vigilanza del colosso russo Gazprom ed è pagato da tempo da Mosca per la sua attività di lobbista. Non solo. Nei giorni scorsi più volte Schroeder si è espresso a favore della Russia sul dossier ucraino. Nel suo discorso, tuttavia, Steinmeier ha voluto chiarire una volta per tutta il posizionamento della Germania. “La Germania fa parte della Nato e dell’Unione Europea. Senza di loro, noi tedeschi oggi non vivremmo in unità e libertà. Senza alcuna ambiguità, riconosciamo il nostro impegno per l’alleanza”, sono state le sue parole. “Non poteva essere più chiaro”, come ha notato fra gli altri il segretario del Pd Enrico Letta. Giurista, evangelico, originario del Nord Reno-Vestfalia, Steinmeier si è distinto negli anni per il suo europeismo e anti-populismo, stringendo un forte sodalizio con il suo omologo italiano Mattarella. Nel 2018, mentre l’Ue e la Germania assistevano con crescente timore ai primi mesi del governo giallo-verde, il serrato dialogo tra Steinmeier e Mattarella fu tra i fattori chiave per tranquillizzare Berlino sul posizionamento europeista e atlantista dell’Italia. “La sua rielezione è per me ragione di gioia e soddisfazione profonde ed è un sicuro riferimento di unità in tempi segnati da disagi e incertezze”, è stato il messaggio inviato da Mattarella all’amico tedesco. Ad avvicinarli ancora di più, ora, c’è anche il comune destino del secondo mandato alla presidenza della Repubblica, peraltro espressamente previsto dalla Costituzione tedesca. Solo che, a differenza dell’Italia, per confermare Steinmeier ai 1.472 grandi elettori tedeschi (i parlamentari del Bundestag e altrettanti membri inviati dai Laender e scelti nella società civile) è bastata mezz’ora. I tre partiti di governo - Socialdemocratici, Verdi e Liberali - avevano già annunciato il loro sì, affiancati anche dai conservatori della Cdu e della Csu. E Steinmeier, che nel 2010 balzò alle cronache per aver donato il proprio rene alla moglie malata, gode anche del favore dell’85% dei tedeschi.

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